Si stanno costruendo delle massicciate nella parte sud del bacino che eufemisticamente vengono chiamate nel progetto “mensola” e “soletta” di sostegno del tavolato in legno del percorso praticabile. Tutto regolare?
Sui nuovi lavori che insistono sul Ponte di Tiberio si sono ormai da tempo espressi in maniera negativa diversi uomini di cultura ed esperti che abitano a Rimini e le principali associazioni che, a fatica, ancora si ergono a difesa del bello, quali le sezioni riminesi di Italia Nostra, FAI e WWF.
Questi lavori in una loro porzione, quella del cosiddetto “Comparto 3 – Piazza sull’acqua, parco”, sono cominciati da alcuni giorni, gli altri, quelli del “Comparto 4 – Canale”, che l’architetto Stefano Piccioli ha correttamente definito “Una inutile, indebita e inaccettabile manomissione del sito storico”, partiranno tra non molto.
I rilievi fortemente critici e sempre ben argomentati si erano finora levati su questa seconda parte dell’intervento che stravolgerà il paesaggio (inteso come sintesi tra natura e cultura, spazio e tempo) di un ponte storico unico al mondo e che “eclisserà” una sua visione iconica che si è formata a partire dal Settecento con il Grand Tour.
Sul “Comparto 3” sembrava ci fosse poco da dire, limitandosi a una risagomatura delle due scarpate a nord e a sud e accantonata una volta per tutte l’idea iniziale di porre in mezzo al bacino d’acqua una enorme palco per spettacoli e dehors (naturalmente per “eventi”). C’è da presumere che tale balorda idea sia stata scongiurata perché, fin da subito e prima ancora della vera e propria fase progettuale, cassata dalle competenti autorità per i rischi idraulici che manufatti simili avrebbero potuto causare in caso di piene ed esondazioni. Di tutto ciò, a futura memoria, ci rimane solo uno degli impagabili rendering che il Comune, frastornandoci, ci somministra un giorno sì e uno no e l’eco fievole nella denominazione del progetto “piazza sull’acqua”. La piazza idraulica è svanita e non godremo mai l’esperienza estetica da strapazzo, che mi sarei sentito di suggerire, di vedere il film Waterworld da una zattera sull’acqua.
In realtà, anche sul “Comparto 3”, i lavori a monte del Ponte di Tiberio, sembra mi debba ricredere.
Raffaella Sensoli, consigliera regionale del M5S, in una sua interrogazione a risposta scritta del 16 novembre 2016 relativa agli interventi a valle del Ponte di Tiberio (Comparto 4), domandava, tra le altre cose, «se non fosse più opportuno ripristinare i camminamenti già esistenti, ora subacquei essendo ad una quota bassa e che costeggiano entrambe le sponde, dal termine delle banchine fin sotto il Ponte di Tiberio, invece di realizzare una passerella sospesa sulla sponda destra, superflua ed esteticamente discutibile». La Regione Emilia Romagna, nella persona dell’assessore all’ambiente Paola Gazzolo, in una risposta non troppo pronta del 13 febbraio scorso rispose che «dal punto di vista idraulico sarebbe risultato maggiormente interferente col deflusso delle acque di piena dell’alveo storico del Fiume Marecchia il “ripristinare i camminamenti già esistenti, ora subacquei” realizzati nel 1976 rispetto al progettato camminamento sospeso sulla sponda destra».
Ora, col permesso di Paola Gazzolo, ché è donna d’onore, vengo a parlare delle massicciate che si stanno costruendo nella parte sud del bacino e che eufemisticamente vengono chiamate nel progetto “mensola” e “soletta” di sostegno del tavolato in legno del percorso praticabile.
Paola Gazzolo dice che a valle ripristinare i camminamenti sarebbe interferente col deflusso delle acque di piena e la Gazzolo è donna d’onore. Ma a monte queste nuove costruzioni sul versante sud del bacino e in particolare quella nuova della porzione sotto il muro di contenimento decorato da Eron perché non sarebbero altrettanto interferenti? A me sembra che ogni logica sia definitivamente seppellita e che si sia perduta la ragione.
Da semplice cittadino io avevo capito che negli alvei non sono ammessi interventi edilizi e trasformazioni morfologiche e che qualsiasi intervento dovrebbe essere finalizzato alla riduzione del rischio idraulico. Non mi pare che le cose siano in questi termini. Sicuramente ho capito male. Oppure bisogna capire a corrente alternata e rassegnarsi.
Una qualche risposta sarebbe gradita e accolta qualche obiezione consistente e non “pelosa”. Sono molte le autorità e i soggetti coinvolti che potrebbero rispondere a proposito di questi sviluppi disarmonici e incontrollati, e anche in qualche caso scellerati, intorno al Ponte di Tiberio, senza essere costretti, nell’impegno civico in difesa della bellezza riminese e del territorio come bene pubblico, ad altri modi più determinati di denuncia per ottenere infine risposte che tentino di fermare il propagarsi del brutto e del grezzo (da Rimini a Rimining) e insieme di avviare una gestione del territorio, come bene comune, più democratica e avanzata.
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