“L’università a Rimini non serve per nobilitare i bagni”

“L’università a Rimini non serve per nobilitare i bagni”

Nella mattinata promossa da Uni.Rimini, Polo riminese dell'Alma Mater, Fondazione Cassa di Risparmio e Diocesi, per ricordare Luciano Chicchi, fra i t

Nella mattinata promossa da Uni.Rimini, Polo riminese dell’Alma Mater, Fondazione Cassa di Risparmio e Diocesi, per ricordare Luciano Chicchi, fra i tanti interventi va segnalato quello del rettore dell’università di Bologna.
“Il Campus di Rimini ha tanti segni “più” ed è giusto rilevarlo ma non bastano le istituzioni: ci vuole la città, il coinvolgimento della cittadinanza”, ha detto Ivano Dionigi. “La città deve celebrare un matrimonio di amore e di interesse con l’università. In molti hanno parlato di ‘autonomia’ questa mattina: ad essa occorre applicare il criterio della funzionalità. Noi dovevamo normare, e lo abbiamo fatto. Ora occorre rilevare ciò che funziona e ciò che
non fuziona e agire nelle sedi opportune per correggerlo”. E poi ha lanciato una bordata: “Rimini deve rendersi conto di questo valore che è l’università. Il Campus non serve per nobilitare i bagni. Lo studio e la ricerca producono cultura, conoscenza che anticipa il futuro. Occorre giocare al rialzo, orgogliosi di avere l’università a Rimini”.
Ma nello stesso contesto l’ex presidente del Polo scientifico didattico di Rimini, Giorgio Cantelli Forti, ha sottolineato che “la riforma di Ateneo ci ha tolto autonomia” e che “Luciano Chicchi sapeva che Bologna era una griffe imprescindibile e che il Multicampus era fondamentale perché consentiva di crescere nella competizione e nel confronto, rivendicando un’autonomia positiva per ciascun territorio”.
Per il vescovo di Rimini, mons. Lambiasi, invece, “il successo del Campus di Rimini è frutto del lavoro di chi tra Rimini e Bologna ha creduto nel progetto e ci ha investito. È un processo virtuoso proiettato alla costruzione del bene comune”.

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