Mentre in altre città si discute, e si decide anche di interrompere l'occupazione degli spazi esterni ai locali con sedie e tavoli che debordano su strade, marciapiedi e piazze, a Rimini sembra troppo anche porre qualche limitazione nell'antica pescheria.
La situazione contingente dell’Antica Pescheria non è un caso isolato, ma è organico ad un più ampio discorso che interessa tutto il Centro Storico.
Il decreto approvato in seguito agli effetti della pandemia, ha permesso ai gestori di attività di mescita e ristorazione di usufruire gratuitamente degli spazi pubblici, anche in aree di pregio e monumentali, per posizionare tavoli e sedie al fine di sopperire il mancato utilizzo degli spazi interni. Ciò gratuitamente e senza tante pratiche istruttorie, non versando quindi alcuna tassa di occupazione del suolo pubblico, in difformità a quelli che sono i regolamenti normalmente vigenti. L’amministrazione cittadina ha fissato nella data del 31 dicembre prossimo la scadenza di questa concessione in deroga.
E così nel periodo estivo abbiamo assistito all’occupazione di molti parcheggi nella zona della marina, che si aggiungevano a quelli eliminati dal cosiddetto parchettino del mare più rifatto del mondo.
In compenso però coloro che per vari motivi non potevano recarsi in spiaggia con monopattini e altri mezzi benedetti da palazzo Garampi, sborsavano esosi pedaggi per parcheggiare la propria auto; due pesi e due misure, discriminazioni assurde anche perché anch’essi, di qualsiasi provenienza o categoria sociale, avevano subito i medesimi effetti negativi dell’epidemia.
Oggi a distanza di tempo qualcosa è cambiato in meglio: cinema e teatri sono ritornati in capienza piena, le discoteche hanno riaperto la loro attività e, pertanto, anche il descritto fenomeno dovrebbe essere ridimensionato di conseguenza. Invece no, qui da noi sembra essersi incrementato.
Se è vero che il fenomeno non è solo riminese, è interessante conoscere come lo stanno gestendo in altre importanti città. Ci sono comuni che hanno cominciato ridurre i tavolini che debordano, tornando alla situazione pre-pandemia?
Da ricerche online non mi pare che in Romagna e in regione ci sia nulla di importante tranne, forse, qualche accenno a Bologna dove in campagna elettorale la proposta del candidato sindaco del centrosinistra Matteo Lepore di eliminare i dehors concessi per il Covid, non convince ristoratori ed esercenti. In tanti hanno approfittato di qualche tavolo all’aperto tra i vicoli del centro storico per riaprire i battenti in tutta sicurezza. Ora l’idea, proposta da comitati e residenti e appoggiata da Lepore, di smantellare gli allestimenti, mette in allarme bar e ristoranti. Questo, nella fase antecedente le ultime elezioni comunali, e già se ne parla (qui).
Ma ancor prima, il problema veniva evidenziato per la smodata e personale gestione con cui veniva esercitato, e per le spesso negative conseguenze, come già a luglio riportava un quotidiano (qui).
Un caso che forse merita di essere segnalato è invece quello di Bari, dove Antonio Decaro, sindaco di quella città, è anche presidente ANCI, per cui la sua decisione è autorevole ed importante. Da quello che scrivono i giornali avrebbe concesso la proroga ai locali da metà settembre a fine ottobre, quando i locali hanno lasciato liberi gli spazi esterni: “Per fortuna in questi mesi la situazione è migliorata e tutti gli operatori hanno ricominciato a lavorare, grazie soprattutto alla loro professionalità e capacità di accoglienza – spiega Decaro -. In quel momento avevamo chiesto ai cittadini pazienza e sacrifici rispetto allo spazio pubblico occupato fissando una prima scadenza al 15 settembre. Per fortuna la bella stagione a Bari è andata ben oltre le nostre aspettative e cosi abbiamo prorogato i permessi fino al 31 ottobre anche alla luce della necessità di portare avanti il più possibile la campagna vaccinale”. “Ora però – prosegue il sindaco – dobbiamo mantenere la parola data e aprire insieme una nuova fase. È tempo di pensare ai prossimi mesi, alle necessità dei residenti, in vista dell’arrivo del Natale con gli acquisti che ci auguriamo in tanti potranno fare a Bari, e alla presenza di tanti cantieri che grazie agli incentivi fiscali promossi dal Governo, stanno occupando tante aree della città permettendo a tanti cittadini di ristrutturare il condominio in cui vivono, attraverso interventi di efficientemente energetico, e a tante imprese e operai di lavorare. Abbiamo necessità di restituire ai residenti lo spazio occupato dalle pedane soprattutto nelle vie dove si concentra maggiormente lo shopping anche in virtù del rischio che, con il fisiologico calo delle temperature a cui andiamo incontro, queste restino inutilizzate e abbandonate. Avevamo preso un impegno con i residenti – conclude il sindaco – e ora dobbiamo mantenerlo, certi del fatto che l’esperienza fatta con le pedane esterne è risultata positiva sotto tanti punti di vista e per questo potrà sicuramente ripetersi il prossimo anno, a partire dalla primavera”.
Anche a Milano vige un gran fermento. Fabio Arrigoni, presidente Pd del Municipio 1, afferma in un’intervista che il diluvio di tavolini sta invece presentando un conto discretamente salato alla vivibilità del centro storico. Si parte dall’ostruzione del consistente flusso pedonale di una strada, – si pensi quindi al nostro Corso d’Augusto durante i giorni festivi e prefestivi, ma anche a qualche stretta via verso sera, ndr -, e si prosegue con i problemi maggiori che si manifestano nelle classiche aree della vita notturna del centro, e degli altri specifici di quella città. In conclusione l’intervistato, anticipa l’approvazione di un ordine del giorno già a breve per chiedere alla giunta comunale di rivedere le regole, e aggiunge un aspetto interessante quando afferma che “ci deve essere una proporzione tra lo spazio interno e la superficie occupata fuori. Se ho un bar di 100 metri quadrati, posso occupare un’area non superiore ai 50 e così via …”. Gli elencati casi, rendono comunque chiara ed esplicita l’idea di provvisorietà della concessione, e della strada che reca alla sua risoluzione.
Ma qual è la situazione a Rimini? Lo vedremo a breve.
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