Pensare in grande e attingere al Pnrr per l’area del mercato coperto

Pensare in grande e attingere al Pnrr per l’area del mercato coperto

Rimini sta ottenendo non poche risorse dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma investendo in opere di quasi "ordinaria amministrazione". Saltata a piedi pari l'opportunità di ripensare a tutto il quadrante del centro storico: mercato coperto, ex convento di San Francesco, piazzale Gramsci e Anfiteatro romano.

Leggo che si vuole demolire e ricostruire il Mercato Coperto nel centro Città, dove verrebbero anche monetizzati parte dei parcheggi per circa 110mila euro (non si fanno parcheggi ma si pagano in euro, come se in centro ce ne fossero in abbondanza).
Alcune considerazioni vanno fatte perché il prendere o lasciare deciso da pochi non può non essere oggetto di singoli pareri vista la scarsa possibilità di condividere progetti che interessano la Città e quindi tutta la popolazione, i cittadini, i riminesi.
Fa specie che non esista un piano generale di sviluppo della Città nel suo insieme urbanistico, che non tenga conto solo di cemento da costruire per speculazione, ma di un disegno di utilità della Città nel suo insieme.
L’esempio è il Mercato coperto, appunto, collocato a cavallo degli anni 60/70 attaccato al Duomo, Tempio Malatestiano, tesoro del Rinascimento italiano, non solo riminese, tanto che è partita (meglio tardi che mai) la candidatura dell’opera di Leon Battista Alberti a patrimonio dell’Unesco.
Ora la città dopo 50 anni si è radicalmente modificata, quindi perché non tenerne conto proponendo un progetto più ampio in considerazione di tutto il quadrante entro il quale l’opera si trova? Riepilogando: a confine con il Duomo, attaccato al rudere del convento e della ex Biblioteca San Francesco da ricostruire, il Piazzale Gramsci (un desolante parcheggio) e l’Anfiteatro romano che cerca rispetto dal dopoguerra, così come richiesto dai Soprintendenti per decenni. Soprintendenza che invece oggi sembra rispettosa in certi casi, e in altri no: ferrea, ad esempio, per il “no” alle pedane dei dehors nella piazzetta Francesca da Rimini secondo il regolare bando del Comune inizialmente vinto da Paesani, mentre per l’Anfiteatro, dove hanno costruito per necessità nel dopoguerra (emergenza rientrata perché gli orfani di guerra sono, fortunatamente, un lontano ricordo) l’Asilo Svizzero, si può sorvolare.
Ma dove la lungimiranza politica sembra difettare, è nella visione generale: perché non fare rientrare un intervento di tale rilevanza per sanare tutti i buchi neri menzionati e valorizzare questi beni storici, nel Piano del finanziamento del Pnrr, come si è fatto per altre opere, vedi piscina “con le rotelle” che dalla zona del Palacongressi si è spostata a Viserba? Si stanno dirottando le somme del Pnrr in opere che si possono definire importanti ma non certo strategiche come lo sarebbero gli interventi ricordati sul quadrante centrale della città.
Tutto ciò anche perché la realizzazione del nuovo Mercato Coperto, ceduta ai privati, comporterà oneri maggiori di affitto per le attività all’interno (con aumenti dal 59 al 74% per produttori, commercianti), dove ci sono agricoltori e pescatori e quindi verrebbe a snaturare la finalità del Mercato Coperto Pubblico che è quella di favorire questi produttori.
La differenza fra la Rimini del passato e la Rimini del presente sta proprio in questo: il passato ci ha tramandato, valorizzandoli, tesori storico-artistici che il mondo conosce; il presente li nasconde, se non peggio, ci costruisce sopra/sotto/di fianco… ma questo è il bello del “potere del fare” che va tanto di moda oggi. Finché dura.

Giulio Grillo

Fotografia: L’ex Convento di San Francesco e il Duomo, Carlo Carboni 1915, Biblioteca Gambalunga Rimini.

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