Piano particolareggiato di Santa Giustina: quella del sindaco è una vittoria di Pirro

Piano particolareggiato di Santa Giustina: quella del sindaco è una vittoria di Pirro

Torniamo ad occuparci dell'annoso e controverso esito al Consiglio di Stato della "variante Via Borghi” e lo facciamo con la lettera di una persona che ha vissuto tutto sulla propria pelle. E' un punto di vista nuovo (sembra paradossale ma non lo è), sofferto, che descrive l'altra faccia della medaglia. Quella che spesso e volentieri è stata lasciata in ombra.

di Enzo Montanari

Ma è veramente un vanto per il sindaco ciò che ha ottenuto con la sentenza di appello? La bocciatura del “piano particolareggiato Via Borghi S. Giustina” è stato veramente utile alla comunità che lui rappresenta?
Per i proponenti il piano particolareggiato sicuramente no, anzi è stato un grave danno, basti solamente considerare che il comparto formalmente conformato dal Prg come edificabile e pertanto assoggettato automaticamente a tassazione Ici/Imu a decorrere dall’anno 2000 ha consentito al Comune di incamerare parecchie centinaia di migliaia di euro, di potersi gongolare per avere avuto la meglio riuscendo infine a bocciare la proposta del piano attuativo, per avere fatto risparmiare suolo ed evitare altro cemento. Insomma, la botte piena e la moglie ubriaca, le casse piene ed i proprietari in bolletta, ma quando si incamerano cospicue risorse prosciugando risparmi e provocando enormi sacrifici a persone comuni, non va bene, non ci si oppone, né si fanno ricorsi in appello, e poi, contestualmente, in altre situazioni invece si permettono superfici e cubature di cemento anche maggiori, approvando lottizzazioni come quella in zona “vecchia fiera”, zona a ben più alto tasso di cementificazione, con ben maggiori problemi fognari e di viabilità.
Ecco che allora il sindaco non convince affatto quando arriva ad affermare che la sentenza del Consiglio di Stato è un inno alla politica più nobile, ….che non viene chiamata ad alzare la mano solo per obbligo notarile o paura di poteri forti, …forse che ne parli per esperienza? In questo caso concordo con il consigliere comunale di Rimini dott. Nicola Marcello che ha scritto «forte con i deboli, debolissimo con i forti».

Comunque a mio modesto parere ci sarebbe poco da esultare sapendo di aver evitato il formarsi di un nuovo piccolo quartiere in un paese quale Santa Giustina composto da circa 4.000 anime, ove in questi ultimi dieci anni i giovani, non avendo spazio, hanno migrato verso paesi limitrofi, le attività sono in maggior parte cessate, annualmente comunioni e cresime si celebrano con circa il numero delle dita di una mano, e quanto di buono ha fatto il Comune sono stati il depuratore e l’impianto di biogas e niente circonvallazione in predicato da 40 anni. Di solito si usa il bastone e la carota, ma penso anche che quei lenzuoli bianchi divenuti neri, abbiano contribuito un bel po’ al “boicottaggio” del nostro P.P., caso unico nel comune di Rimini e forse in tutta Italia. A Santarcangelo, dove mi sono trasferito, in questo momento ci sono una decina di cantieri aperti e altrettanti circa in attesa di approvazione ed in arrivo almeno tre prestigiosi marchi di supermercati, a dimostrazione che una buona amministrazione lavora per il progresso ed il benessere della cittadinanza, insomma “la roda la zira”, non esistono solo i mattoni e le zolle di terra ma anche la felicità dei cittadini!

Però il PRG approvato dal Comune di Rimini nel 2000, ancora oggi vigente, aveva previsto numerosi P.P., che laddove presentati sono stati tutti approvati ad eccezione del P.P. 6.1 “Via Borghi Santa Giustina”, comparto urbanistico che consentiva, oggi alla luce dei fatti potremmo dire solo sulla carta, di trasformare otto piccoli appezzamenti di terreno in un’area edificabile. E con ciò dando la legittima aspettativa ai proponenti il Piano Particolareggiato stesso di consentire la realizzazione di nuove abitazioni ecologiche, distanti ed al riparo della via Emilia, di allontanarsi dalla “prima linea” della via Emilia, con edifici risalenti agli anni ’50, confidando di riuscire in tal modo a liberarsi dal forte decennale disagio e dal tremendo danno dell’inquinamento da polveri sottili che hanno provocato grave pregiudizio alla salute di molti e conducendo alcuni anche alla morte per tumore: ebbene, il piano attuativo oggi finalmente e con manifestata soddisfazione del sindaco, è stato bloccato.
Ma questo Piano Particolareggiato avrebbe anche portato notevoli vantaggi collettivi alla comunità di Santa Giustina, infatti oltre alle nuove abitazioni era previsto che almeno due terzi della superficie di proprietà privata venisse ceduta gratuitamente al Comune e destinata a pubblica utilità attraverso la realizzazione di diverse opere pubbliche.

Anzi, addirittura fu il Comune stesso, attraverso l’allora vice sindaco ed assessore all’urbanistica Maurizio Melucci, che avrebbe voluto realizzare un centro sportivo e campo da calcio, visto che la frazione ne era sprovvista, e per questo motivo (come lo stesso Melucci ha onestamente e pubblicamente dichiarato sul Resto del Carlino di giovedì 28 Marzo 2013) bisognava risparmiare “spazio”, l’assessore/vice sindaco non volle la monetizzazione del verde e considerato quanto era già stato fatto con il vicino P.P. di cui alla scheda 6.2 approvato in data 10/03/2011 con delibera n. 23 dal consiglio comunale (alla faccia della imparzialità e continuità amministrativa). Piano Particolareggiato ove il C.C. aveva “PRECISATO che detto progetto di variante è stato valutato favorevolmente dalla Giunta Provinciale di Rimini, con propria deliberazione n. 265 del 28.12.2007 è stata approvata la variante normativa alle N.T.A. del P.R.G. riguardante l’incremento dell’altezza degli edifici da 10,50 ml a 13,70 ml senza aumento della superficie utile”; avente poi anche la stessa nostra osservazione riguardante la viabilità da parte del consiglio di quartiere 5, si prese analogamente in considerazione una variante normativa (non sostanziale, cioè senza alcun aumento della capacità edificatoria) per la elevazione di tre metri degli edifici, da mt.10,5 a mt. 13,5, al fine di ridurre la superficie coperta dagli edifici stessi per lasciare più “verde attrezzato”, sempre senza ovviamente alcun aumento della superficie utile.
Inoltre e sempre a spese dei privati, si sarebbero realizzati:

un percorso pedonale/ciclabile che avrebbe collegato l’area verde attrezzata con il centro del paese;

l’allargamento della via Borghi;

il rifacimento dei marciapiedi lungo la via Emilia;

una barriera fonoassorbente per abbattere il rumore della ferrovia;

il tutto comportando a carico dei proponenti assai rilevanti oneri urbanistici che avrebbero portato valore nelle casse comunali, infatti si sarebbero realizzate nel dettaglio opere di urbanizzazione primaria per euro 753.336, lavori di attrezzatura delle aree pubbliche per euro 98.121, lavori di sistemazione delle aree pubbliche per euro 318.288, altre opere ad utilità pubblica richieste da Enti (Arpae e Rfi) per euro 403.166, lavori di sistemazione del marciapiede lungo la via Emilia lato ferrovia per euro 35.802, completamento della pista pedonale fuori dal comparto per euro 100.750, lavori di miglioramento della viabilità di via Borghi per euro 227.000, per un valore complessivo di euro 1.947.177. Ebbene, l’avere bloccato tutto questo è veramente una soddisfazione?

Contrariamente da quanto fin qui descritto, la sentenza del Consiglio di Stato al punto 13 scrive così:
13) Innanzitutto, la proposta di P.P. presentata dagli appellati non era effettivamente conforme alle previsioni del PRG che ammetteva un’altezza degli edifici di soli 10,50 mt (mentre quella prevista dalla proposta prevedeva l’edificazione di edifici di altezza fino a mt. 13,50) comportando pertanto un aumento della capacità edificatoria consentita (per questa ragione era stata chiesta la variante).

Questa affermazione indotta in modo strumentale, distorce a mio avviso totalmente l’esito della sentenza convincendo in forma totalmente errata i giudici che il nostro P.P. con la variante volesse costruire di più degli 8000 mq. consentiti dal Prg a tal punto che chiunque (anche i consiglieri) non a conoscenza della nostra pratica amministrativa può prendere questo madornale abbaglio. Un esempio immediato: un quotidiano online (da me diffidato senza riscontro) nell’articolo riguardante la vittoria del Comune riportava la seguente testuale dicitura:
“Il progetto proponeva una capacità edificatoria di 10400 mq di superfice complessiva a fronte di una capacità edificatoria massima ammissibile prevista dal PSG di 5900 mq.” (in tutto questo “non è dato sapere chi glielo abbia suggerito” non c’è neppure l’ombra della verità).

A fronte di questa e diverse altre errate considerazioni e conclusioni stiamo valutando l’opportunità di chiedere la revocazione della sentenza sperando in un consigliere relatore non più super esperto in telecomunicazioni, che non scriva più che il Masterplan, se preso a piccole dosi, non fa male e non provoca alcun diniego, causato solo dalla discrezionalità del pollice verso dei consiglieri comunali di maggioranza, tutti tranne 4 dissidenti!
Il sindaco ha anche denunciato, con tono apparentemente vittimistico, che la votazione avvenne in “un clima pesantissimo di pressioni” senza dire quali, da parte di chi, quando e come, e forse allora sarebbe anche interessante che spiegasse meglio il senso di un’altra affermazione rilasciata al giornalista del Resto del Carlino, Mario Gradara il 07/12/2011, nel contesto del discorso con cui esternava le sue intenzioni di contrastare l’attuazione dei P.P., quando affermò: “per chi lavora a Rimini non aiuta certo avere un contenzioso col Comune”, preoccupazione che potrebbe avere indotto alcuni proponenti il P.P. ad astenersi da un contenzioso legale col Comune.

Siccome considero l’ingratitudine una grave mancanza, vorrei calorosamente e con il cuore ringraziare tutti coloro che in questi dieci anni sono stati a sostegno della nostra disgraziata vicissitudine: i consiglieri di minoranza tutti, più i quattro della maggioranza per il coraggio e l’onestà intellettuale dimostrata, la dott.ssa Chiodarelli che aveva ben avvertito su richiesta di un consigliere che necessitavano forti motivazioni per bocciare un piano messo a punto e avvallato da Provincia, dirigente, direttore, e assessore all’urbanistica del Comune, lo studio Graziosi di Bologna che ancora incredulo sul risultato ci ha assistiti con la più alta professionalità e competenza possibile e soprattutto con alto supporto umano e morale.
Infine un ricordo a tutti i sette originari proponenti il progetto che sono venuti a mancare in questi 15 anni, che almeno si sono risparmiati il sangue amaro di questo finale.

Chi è Enzo Montanari. Nato a Rimini, classe 1949, felicemente residente a Santarcangelo. Stella al merito del Lavoro ricevuta dal presidente della Repubblica Azeglio Ciampi nel 2006, da 15 anni volontario presso le scuole medie di primo e secondo grado della provincia in qualità di maestro del lavoro per la presentazione del programma scuola-lavoro originariamente abbozzato dal prof. Patrizio Bianchi, ora ministro della pubblica istruzione.
Hobby: da 25 anni attore  di filodrammatica dialettale romagnola (250 repliche circa).
Curiosità: il 7-8-9 novembre 1989 mi sono trovato per lavoro al Palace hotel di Berlino assieme al gotha della stampa italiana, ed ho potuto godere della visione materiale della caduta del muro di Berlino.

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