Processo Aeradria: una consulenza di parte riscrive il ruolo di Riviera di Rimini Promotion

Processo Aeradria: una consulenza di parte riscrive il ruolo di Riviera di Rimini Promotion

«Non c’è stata direzione e coordinamento da parte di Aeradria sulla sottoposta Riviera di Rimini Promotion». Lo sostiene Mario Ferri, commercialista ed ex assessore del Comune di Rimini. Che accende i riflettori su Aia e Promozione Alberghiera.

«Non c’è stata direzione e coordinamento da parte di Aeradria sulla sottoposta Riviera di Rimini Promotion». Colpo di scena al processo sulla società di gestione dell’aeroporto, che vedrà ancora due tappe entro giugno e poi si avvierà a conclusione dopo l’estate con quasi tutti i “pesci grossi” che nuotano nel mare della prescrizione.
La lettura dei fatti che ribalta una impostazione che veniva data ormai per scontata e che accende i riflettori sul ruolo esercitato dal “mondo degli albergatori”, è venuta da Mario Ferri, dottore commercialista, ex assessore al bilancio del Comune di Rimini dal 92 al 99, nell’udienza del 13 aprile.
Dall’avvocato difensore di Mario Formica, Giacomo Nanni, Ferri ha ricevuto l’incarico di redigere una consulenza tecnica di parte che principalmente si sofferma sul tema della direzione e coordinamento e delle controverse lettere di patronage.

«La direzione e coordinamento è stata esposta per la prima volta dalla dottoressa Roberta Melucci (nel frattempo deceduta, ndr), incaricata da RdR su indicazione dell’Associazione albergatori», ha spiegato Ferri in udienza. Accade quando Aeradria si trova nella procedura di concordato preventivo, che terminerà con la dichiarazione del fallimento. La stessa impostazione «è stata ribadita dai curatori fallimentari di RdR e di Aeradria e ripresa anche nel decreto di rinvio a giudizio. La responsabilità della controllante (Aeradria, ndr), sulla base di quanto esposto da Roberta Melucci, è stata sostenuta dal curatore fallimentare di RDR, con apposita richiesta di ammissione allo stato passivo di Aeradria S.p.a. del credito di 5,5 milioni di euro e ricorso per sequestro ante causam, nei confronti degli organi sociali di Aeradria S.p.a. per il danno cagionato alla società, complessivamente richiesto per 9,468 milioni di euro».

Ferri però, dopo avere esaminato bilanci, e relative note integrative, di Promozione alberghiera relative agli anni salienti (dal 2007 al 2012), ascoltato le deposizioni e letto una serie di documenti, si è fatto un’idea diversa: «Pa ha esercitato un ruolo di regia sul turismo riminese tramite la partecipata RdR Promotion». E come ha fatto notare l’avvocato Nanni, il tema non è secondario anche perché è legato «alla ipotizzata occultata perdita di circa quattro milioni di euro per questa direzione coordinamento» che Ferri ritiene non sussista.
C’è un primo paradosso che la consulenza sottolinea: i soci di Riviera di Rimini Promotion hanno versato un capitale sociale di 4.500 euro. Avete letto bene, meno di 5mila euro «per l’esercizio di un’attività assimilabile a quella di una compagnia aerea». E il curatore fallimentare di RdR «per la responsabilità assunta dagli organi societari di Aeradria nei confronti dei soci della società controllata con pregiudizio della redditività e del valore della partecipazione sociale, ha avviato azioni recuperatorie per oltre nove milioni di euro». Ecco un altro passaggio: «I soci di RdR hanno costituito la società con un capitale sociale versato di 4.500 euro, di fatto, hanno concorso al finanziamento con la sottoscrizione delle fideiussioni bancarie personali, delle quali successivamente lamenteranno l’escussione». Secondo Ferri «RdR è stata una società al servizio delle associazioni albergatori che acquistavano i biglietti per creare il “pacchetto” aereo più soggiorno da offrire ai propri clienti esteri». Tutto «a vantaggio esclusivo dei propri associati che hanno incrementato le presenze alberghiere estere». L’operatività di “RiminiGo” (che arrivò a commercializzare i biglietti aerei con 500 operatori ricettivi e con 200 agenzie di viaggio), sempre a parere di Ferri, confermerebbe questa interpretazione.

Il portale di prenotazione dei voli sarebbe stato «nella disponibilità di Rdr» e «lo strumento essenziale per la funzione di Riviera di Rimini Promotion», tanto che l’Osservatorio Turistico Regionale nel 2010 ne ha parlato in una pubblicazione ufficiale ed è stato presentato come “case history” in una conferenza nazionale del turismo.
Ecco cosa si legge nel documento: «il progetto di acquisto e vendita di posti aerei è stato avviato da un gruppo di operatori privati di Rimini, deciso a porre in essere rapporti diretti con le compagnie aeree low cost. L’iniziativa ha visto l’impiego di capitali privati per investimenti finalizzati a implementare rapporti commerciali.
I privati hanno deciso di agire fornendo un supporto economico alle compagnie aeree con la formula vuoto per pieno.
Nel 2005 è stata costituita la società Riviera di Rimini Promotions S.r.l. con lo scopo di rappresentare il soggetto giuridico atto ad acquistare i posti sui voli.
E’ stato implementato come strumento operativo un sistema di biglietteria on-line per la fase di vendita dei biglietti.
Gli albergatori sono i principali fruitori del servizio e possono accedere singolarmente alla biglietteria on-line e, al momento della presentazione del Rapporto, gli operatori ricettivi che si avvalgono del sistema di acquisto dei biglietti sono 500, in prevalenza albergatori della Riviera di Rimini.
Una volta acquistati i biglietti, gli albergatori si occupano individualmente di commercializzare il biglietto, con la creazione di pacchetti volo+hotel, con il risultato di evitare i costi di intermediazione e di godere di un’ampia flessibilità nella gestione.
Per ampliare il più possibile la commercializzazione dei biglietti alle circa 200 agenzie di viaggio che trattano i flussi di outgoing e incoming ed ai privati è stata creata RiminiGo, una divisione di Riviera di Rimini Promotions S.r.l.».

In sostanza, Ferri è convinto – e lo mette nero su bianco – che mentre Aeradria «ha mantenuto in funzione i servizi aeroportuali, nel rispetto delle disposizioni dell’Ente concedente il servizio e promosso il traffico aereo, in una visione di pubblico interesse per il territorio», RdR «ha utilizzato i servizi aeroportuali nell’esclusiva finalità di incentivare l’ospitalità alberghiera (con la formula del “vuoto per pieno”) e gli albergatori associati acquistavano i biglietti aerei, utilizzando il portale RiminiGo, ad un prezzo inferiore rispetto al costo sostenuto dalla società, fornendo un supporto economico alle compagnie aeree».

Ferri a supporto della sua ricostruzione indica anche una serie di testimonianze ascoltate nel corso del processo dai vertici e dai dipendenti di RdR. In sostanza, Riviera di Rimini Promotion sarebbe nata dietro la spinta di Aia e Promozione alberghiera, «la contabilità era tenuta presso l’Associazione albergatori», «i documenti contabili fino ad un certo punto erano tutti in associazione albergatori di Rimini e ad un certo punto furono mi sembra traferiti in aeroporto» ha raccontato un consigliere di RdR al processo. «Ero stato assunto nel 2007 per fare le fatture e guardare le agenzie dall’AIA, io ero retribuito dall’AIA… era come RdR fosse una ditta come AIA o come tante altre ditte che segue la contabilità. E’ passato tutto tramite la Presidente Rinaldis, perché non si muove nulla senza che lo faccia lei» secondo un teste dipendente di Aia Servizi.

Si citavano le note integrative ai bilanci di Pa. Ecco cosa si legge in quello del 2005: «per quanto riguarda i rapporti con il territorio nel 2005 la cooperativa è stata fra i maggiori promotori della costituzione di una nuova società Riviera di Rimini Promotions S.r.l., che dovrà svolgere attività di marketing per promuovere l’attività del nostro aeroporto e sviluppare attività di promocommercializzazione a favore degli alberghi soci della cooperativa e delle altre realtà presenti nel capitale sociale». E in quello del 2007: «la cooperativa svolge un ruolo di regia nell’ambito turistico, esercitato attraverso le sue società controllate e partecipate. Nel commerciale attraverso l’attività della società PA Incentive e Adria Congress; nei servizi attraverso l’attività della società Adria Hotel Reservation consortile e Riviera di Rimini Promotions S.r.l.».

Tutto questo fa scrivere a Mario Ferri «che gli operatori turistici della riviera hanno incrementato, grazie alla comune finalità di Promozione Alberghiera e di RdR, le presenze alberghiere con un sacrificio economico limitato all’escussione delle fideiussioni bancarie. Successivamente, come da relazione della consulente Dott.ssa Melucci, è stata attribuita la responsabilità dell’inevitabile fallimento alla pretesa direzione e coordinamento da parte di Aeradria».

Il Pm Luca Bertuzzi ha incalzato Mario Ferri: «Però lei sa che anche i revisori contabili della Deloitte & Touche ancora prima dell’avvio dell’indagine della Procura si riferivano costantemente a RdR nelle proprie relazioni associate al bilancio di Aeradria con l’appellativo di correlata? Inoltre Aeradria interviene tramite Air per pagare un debito di RdR: questo fatto, cioè intervenire per pagare il debito di un’altra società, non implica secondo lei una cointeressenza e quindi una direzione e coordinamento? Dalle email acquisite risulta che i dipendenti di RdR dovevano addirittura riferire i periodi di ferie agli impiegati di Aeradria: ciò non è indice sintomatico di una interdipendenza?» Ma Ferri ha ribadito la propria tesi: «I rapporti tra le varie società che operavano sull’aeroporto sono criticabili, ad esempio il contratto con Wind Jet, che ha ritenuto RdR non solvibile e che dunque è stato stipulato con Air e con la garanzia di Aeradria, è stata una operazione rovinosa per Aeradria, però di estremo vantaggio per il sistema alberghiero…. Ma l’attività di direzione e coordinamento è quella che si configura ai sensi dell’art. 2497 del codice civile, richiede necessariamente la presenza dei presupposti economici e giuridici previsti dalla giurisprudenza e dai contributi dottrinari». In buona sostanza RdR non sarebbe stato lo strumento in mano ad Aeradria e da questa controllata attraverso direttive impartite agli amministratori della società. «RdR si era legata mani e piedi con l’associazione albergatori, operava nei suoi uffici». Ma è documentalmente provato, gli ha fatto notare il Pm, che i dipendenti di RdR esercitavano le proprie attività all’interno degli uffici di Aeradria presso l’aeroporto, senza neppure un rapporto di locazione o comodato, e non all’interno degli uffici dell’associazione albergatori». Questo è accaduto «nella fase successiva, prima erano presso la sede dell’Aia, le riunioni avvenivano presso la sede dell’Aia, la dottoressa Melucci, che ha dato il via a tutta questa operazione, è stata indicata dall’Aia. Io vedo dei legami indissolubili. E sui 500 operatori alberghieri e sulle 200 agenzie di viaggio sarebbe stato oltremodo interessante vedere la contabilità di RdR ma questa è sparita, ha preso altre strade».

COMMENTI

DISQUS: 0