Tre «progetti pilota» si sono concretizzati e due sono in fase di realizzazione ma su di loro grava l'ombra del contenzioso. Poi ci sono tre comparti completati, un singolo bagno rinnovato, due permessi di costruire rilasciati e tre comparti speciali. Dal 2011 ad oggi è successo questo. Piano dell'arenile e parco del mare non hanno smosso nulla di sostanzioso.
«La “qualità” della spiaggia è componente fondamentale della “qualità” dell’offerta turistica complessiva: non si possono disgiungere le problematiche dell’arenile dalle problematiche delle altre strutture turistiche, in particolare delle strutture ricettive. Pianificare l’assetto e le trasformazioni dell’arenile significa quindi incidere sul tipo di offerta turistica che la città vuole offrire in prospettiva». Belle parole.
La qualità della spiaggia resta una chimera. Lo dicono i dati ufficiali che escono da palazzo Garampi, ai quali arriveremo fra poco. Il Piano dell’arenile del Comune di Rimini, dal quale è tratto l’incipit, datato 2006, non ha smosso l’immobilismo che regna sovrano sui 15 chilometri di fine sabbia dorata. Non ha fatto da traino nemmeno il parco del mare: nel 2017 la giunta comunicava di avere ricevuto 155 manifestazioni di interesse, ne aveva accolte 128, addirittura 50 quelle strategiche, con 365 operatori economici coinvolti. Alla prova dei fatti l’interesse si è volatilizzato.
Quello stesso piano dell’arenile fotografava 233 concessioni ad operatori privati (72 poste a nord e 161 a sud) più 22 per usi vari (spiagge libere, colonie, istituti, circoli ed associazioni, ecc.).
Ammetteva che: «Per anni la gestione della spiaggia ha obbedito al solo criterio di aumento quantitativo delle attrezzature di ogni singola concessione, senza porsi il problema di differenziazione dell’offerta o di miglioramento del livello qualitativo». E indicava la strada maestra del «superamento delle singole concessioni di spiaggia» in direzione «dell’accorpamento» per puntare la barra sulla «graduale sostituzione degli attuali numerosissimi “bagni” con un numero più ridotto di “stabilimenti” balneari pluriattrezzati». Ma naturalmente l’accorpamento voleva anche permettere agli stabilimenti di realizzare una offerta più articolata e completa. Osservando gli interventi realizzati o i progetti in corso di realizzazione si ha l’impressione che di fatto i nuovi stabilimenti riconfermino la stessa impostazione della spiaggia che siamo abituati a vedere, con pochi servizi (esempio: poche postazioni doccia). Materiali nuovi ma servizi un po’ datati.
Su circa 260 Bagni quanti interventi di «trasformazione dell’arenile» si sono concretizzati nel doppio mandato amministrativo del sindaco Gnassi?
Pochissimi, tanto che le eccezioni confermano la regola: l’arenile continua ad essere una tavola piatta, sempre uguale a se stesso, in tutto tranne che negli elementi naturali che lo insidiano (l’erosione). Per il resto lo scenario appare ingessato: dai giganti spiaggiati, le colonie, che non riescono a trovare una seconda chance, agli stabilimenti balneari.
Ci siamo posti una domanda: dal 2011 ad oggi cosa è cambiato sulla spiaggia di Rimini? Quanti «venditori d’ombra» hanno investito per rinnovare la loro offerta? Prendendo per buono il giudizio che va per la maggiore, cioè che nell’ultimo decennio la città ha vissuto un forte impulso al cambiamento generato dall’attivismo amministrativo del sindaco, ci siamo chiesti: quali ripercussioni ha avuto questo attivismo sugli arenili?
Ecco la situazione degli interventi attuati o in cantiere dal 2011 ad oggi (fonte amministrazione comunale) suddivisi fra Rimini sud e Rimini nord.
RIMINI SUD
Comparti speciali:
– Colonia Comasca (S.30): realizzato
– Patronato scolastico (S.37): realizzato
– Talassoterapico (S.60): realizzato (solo materiale stagionale).
Progetti pilota:
– Bagno 28A: realizzato.
Permessi di costruire rilasciati per comparti da realizzare:
– Bagni 66A – 67: da realizzare
– Bagni 146 – 146A – 147: realizzato
RIMINI NORD
Comparti:
– Bagni 68 – 69: realizzato
– Bagni 70 – 71: realizzato
– Bagni 3 – 4: realizzato
Singoli bagni:
– Bagno 8: realizzato
Progetti pilota:
– Bagni 44 – 45: realizzato
– Bagno 43: realizzato
– Bagno 76: in corso di realizzazione
– Bagno 62: in corso di realizzazione
E’ tutto, non c’è altro. Qualcosa qua e là, seppure anche di pregio, a macchia di leopardo. L’opportunità dei «progetti pilota», in base all’articolo 46 nelle Nta, che consente di beneficiare anche di importanti deroghe alle norme del Piano dell’arenile, e sulla quale l’amministrazione comunale aveva fatto molto affidamento, è stata colta in sole tre situazioni più due in corso di realizzazione sulle quali grava però l’ombra del contenzioso. L’opzione «progetto pilota» consente di intervenire su una parte del comparto escludendo i terreni privati che non partecipano al bando. Sulla carta un modo per “facilitare” ma non è bastato. E non mancano le “contestazioni”.
Siamo soliti consultare le decisioni del Tribunale amministrativo regionale dell’Emilia Romagna e ci siamo imbattuti nell’ordinanza n. 258 dell’8 aprile 2021, che riguarda il Bagno 76 di Torre Pedrera (Kamoke). I confinanti hanno presentato ricorso al Tar e per ora è tutto fermo a quanto stabilito dai giudici amministrativi della seconda sezione di Bologna, i quali hanno valutato che «ad un sommario esame, i motivi di censura dedotti non appaiono, allo stato, supportati da sufficiente fumus boni iuris (anche avuto riguardo alla prevalenza dell’interesse pubblico alla riqualificazione dello stabilimento in questione rispetto agli interessi privati). Rilevato altresì che si tratta di danno di natura patrimoniale pacificamente risarcibile».
La sentenza arriverà a stagione avviata. Ma fra i motivi del contendere, come si evince dagli atti pubblici consultabili sull’albo pretorio del Comune relativi al Kamoke, ci sono questioni abbastanza spinose. Ora sarà il Tar a doversi esprimere nel merito.
Vista dalla spiaggia la riqualificazione a lungo inseguita somiglia ad un fallimento. Gli accorpamenti “forzati” mal si conciliano con l’individualismo imprenditoriale dominante. In un turismo che vive di rendita ormai da troppo tempo, lo stallo davanti alle esigenze di una profonda rigenerazione è la prima sfida da vincere. Certo, ha inciso anche l’incertezza legata alla Bolkestein, ma non bisogna dimenticare che, almeno nelle intenzioni politiche degli amministratori comunali, parco del mare e piano dell’arenile sono stati promossi come leve per depotenziare lo spauracchio delle gare di conio Ue. Non è servito nemmeno questo.
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