“Quasi geometrie” per andare all’essenziale della spiaggia

“Quasi geometrie” per andare all’essenziale della spiaggia

Con l’artista Cesare Bernardi alla scoperta di un altro modo di vedere gli stabilimenti balneari di Riccione.

Cesare Bernardi.

In mezzo al caos, tornare all’essenziale: è il messaggio di Cesare Bernardi nel cuore della stagione balneare riccionese. «Quasi geometrie» s’intitola l’assai peculiare mostra fotografica del noto promotore d’arte (e artista lui stesso) ospitata fino al 31 agosto non in scuri spazi chiusi ma in faccia al mare, sulle porte delle cabine, a turno ora in uno ora in un altro degli stabilimenti di spiaggia della Perla, dunque itinerante. Geometrie (quasi) itineranti.
Il nome dell’esposizione – che l’avverbio sembra confermare anziché attenuare – può suonare freddo, ma solo a chi non si concentri sui contenuti visivi. Cerchiamo di saperne di più ascoltando il racconto dell’autore di come nasce la mostra: «Passi di lì un giorno, ripassi qualche giorno dopo. Nel tempo lo sguardo si fissa su alcuni particolari, alcune linee. Poi, giorno dopo giorno, li cerchi con lo sguardo, quasi li aspetti come dei vecchi amici, li fissi nella mente. Assumono ai tuoi occhi una luce particolare… e alla fine ti arrendi! Sono lì, sono loro, ti chiamano al loro progetto».

E poi? «Abbandoni le reticenze e imbracci la macchina fotografica. E sono ancora delle evidenze quelle che ti guidano alla scelta del bianco e nero, che rende essenziali le linee, toglie le “distrazioni”, fa risaltare rette e curve».
Rette, curve, linee… Gli elementi di fondo dell’organizzazione di spiaggia, dello stabilimento balneare: la semplicità di forme dettate dal loro stesso rapporto con l’ambiente, la linea di costa, il sole, il vento, la rena. Devono essere forme semplici, altrimenti non possono reggere l’urto con la maestosa semplicità della natura.
Adesso comprendiamo “geometrie”, le quindici inquadrature originali: non frigide astrazioni, ma segni che vanno all’essenza.

In certo senso Bernardi – che dichiara essere il suo un “atto d’amore” per Riccione – provoca la “caotica e rutilante Riccione”, la chiama a fare i conti con l’essenza del suo fascino. Il resto è amplificazione, e in fondo non è importante. Altrimenti Riccione sarebbe un prisma o chissà quale altro solido ricco di sfaccettature, invece è una perla, forma perfetta ricca della sua semplicità.

Oltre al sentimento di amore, Bernardi accenna ad altre due ispirazioni: «il coraggio» di fare una mostra con e per i bagnini sottoponendosi a giudizi critici, e «l’incoscienza» di «un gesto senza rete, senza protezione, totalmente gratuito». Una sfida che vale la pena di essere raccolta se, come dice l’autore, nella mostra si tenta «di decifrare il senso fino alla scoperta che è segno»: è un altro modo di andare al mare e di stendersi al sole.

Hanno detto di lui:
«A noi che il mare e la spiaggia li viviamo tutto l’anno, gli scatti di Cesare Bernardi ci sono apparsi subito suggestivi. Quello sguardo, tanto familiare, capace di cogliere la simbiosi e l’armonia fra l’elemento naturale e quello artificiale, talvolta ridotto ai minimi termini e sospeso, come un albero in attesa della nuova primavera. Così sono le nostre spiagge, immerse in queste “quasi geometrie” in balia della marea delle stagioni, in grado di suggerire ora riflessioni meditative e poi tornare, poco dopo, a sedurre con il fiorire di una nuova estate». (Diego Casadei, presidente Cooperativa Bagnini Riccione)

COMMENTI

DISQUS: 0