Esercenti preoccupati: «il centro storico è ostaggio della microcriminalità»

Esercenti preoccupati: «il centro storico è ostaggio della microcriminalità»

Parla Loris Cerbara, che gestisce la Cafeteria di piazza Tre Martiri. Non se ne può più, dice in buona sostanza. Si è costretti a lavorare fra spaccate, delinquenza, balordi... Di sera chiudi l'attività e non sai se il mattino seguente sarà ancora integra. Tutto ciò si ripercuote anche dal punto di vista turistico ed economico. Occorre un maggior presidio, soprattutto dalle 2.30 alle 4 del mattino. Appello al prefetto e al questore.

Da 24 anni, con la moglie Elisabetta e i figli Mattia e Alessia, Loris Cerbara gestisce la Cafeteria di piazza Tre Martiri. Oggi è molto preoccupato per le bravate notturne fatte ai danni degli esercenti del centro storico.

Signor Cerbara, l’ultima volta che ci siamo visti era alle prese con i problemi legati al dehor. E ora?
«Ora sono, o meglio siamo, tutti ostaggio dell’illegalità. Il quadro generale della situazione, quanto a delinquenza, a Rimini centro è pessimo. Lo sappiamo ormai da anni. Tutti parlano di sicurezza, ma temo siano buoni propositi che da parole non si concretizzano in nulla. È anche difficile da capirne il motivo perché abbiamo il Dottor Forlenza, un ottimo prefetto, ed è da poco arrivata la dottoressa Lavezzaro (quarto questore donna in Emilia Romagna; ndr), molto brava e tenace come generalmente sono le donne, specialmente quando rivestono ruoli così delicati. Mi auguro che queste fondamentali figure istituzionali mettano in campo la loro abilità e la loro destrezza per arginare il problema della microcriminalità che dà fastidio ai cittadini, agli esercenti, ma soprattutto al turismo e di conseguenza all’economia locale».

Non dimentichiamo che Rimini ha anche un nuovo sindaco. Ha il governo della città.
«Non me la prendo con il sindaco, meno aggressivo del precedente, persona molto più calma e mite, con la quale si ragiona e si parla volentieri. Non è che lo voglia esaltare, per carità. Dico solo ciò che penso. E non voglio tirarlo per la giacchetta. Il sindaco c’entra poco con la sicurezza. Può mandare la Polizia Municipale, può far elevare qualche multa, mandare a controllare la regolarità dei tavoli, se sono fuori dal “dehor” e così via. Lui può fare questo o poco di più. Ma qui serve che il Prefetto prenda in mano la situazione con la risolutezza che certamente è nelle sue corde».

Non dovrebbe essere nelle corde anzitutto del Primo Cittadino e a seguire, Prefetto e Questore?
«Sarà come dice lei e capisco benissimo anche l’imbarazzo di Prefetto e Questore, ma soprattutto degli agenti di tutti i corpi addetti alla sicurezza, molto spesso umiliati, quando non sono sbeffeggiati e oltraggiati. Servitori dello Stato che rischiano e si spendono per assicurare i criminali alla Giustizia, ma che spesso sono costretti a rivedere subito libere le stesse persone che avevano arrestato, affrontando pericoli e fatica. Mi chiedo: se un giudice rimette subito fuori un delinquente arrestato, un tipetto che magari ha anche un bel curriculum di reati, significa che le leggi glielo permettono o meglio, forse è perfino costretto a farlo. E allora chi scrive le leggi? Il questore, il sindaco, i poliziotti? No. I politici. Coloro che in TV denunciano il problema e dicono “dobbiamo fare qualcosa contro la criminalità”. Però poi non fanno nulla. Ora, dopo 60 anni di prese in giro da parte dello Stato, credo sia ora di finirla».

Anche il Sindaco è un politico. Non crede che sia lui che dovrebbe suonare la carica?
«Che debba essere lui o altri, basta che qualcuno la suoni. Sono molto preoccupato. Il centro storico, ma non solo, è in balìa di balordi di ogni genere. Poche notti fa ho sentito distintamente il rumore della spaccata che hanno fatto al Caffè la Dolce Vita di via IV Novembre a 50 metri dalla Prefettura. Abito lì difronte. Pensavo che il fracasso provenisse dal mio locale. Non era così, ma temo fortemente che la mia vetrina sarà la prossima. Me lo aspetto da una notte all’altra. Tra l’altro, come molti, non lascio mai niente in cassa. Merce preziosa non ce n’è e quindi arrecheranno danni alle strutture per niente, ma per noi sono costi quasi sempre ingenti. Poi bisogna ripulire, stare chiusi in attesa del ripristino e perdere ore di lavoro. È mai possibile che chiusa l’attività, uno vada a casa e cominci a stare in ansia? Come ci siamo ridotti?».

Per rincuorarsi, faccia un giro a Marina Centro. C’è sempre qualcuno che sta peggio…
«Io osservo ciò che mi accade intorno e la mia opinione è che la città vada presidiata di più. Potrei anche pensare di proporre ai colleghi di istituire una cassa comune per assumere anche dei vigilanti privati che lavorino dalle 2.30 alle 4 del mattino. Altrimenti come si fa?».

Come vi siete mossi con le associazioni di categoria?
«Le associazioni hanno poltrone molto comode, sono assai confortevoli e a volte quando ci si rilassa troppo c’è il rischio di addormentarsi e perdere di vista la realtà con i suoi problemi. Con tutto il rispetto che ho per loro, purtroppo temo che esse siano protagoniste solo sui giornali. Per il resto, non mi pare di vedere troppa agitazione o intraprendenza. Se veramente cominciassero tutte insieme a fare la voce grossa, magari qualcuno si attiverebbe di conseguenza. Poi magari non si ottiene nulla lo stesso, ma almeno ci si prova.
A scanso di fraintendimenti, le assicuro che mi ritengo fortunato di essere nato a Rimini. Mi piace e amo viverci, ma comincio ad essere molto in pensiero pure per l’economia. Che va a rotoli anche a causa della delinquenza. Lo stesso fenomeno che sta emergendo in maniera allarmante e che naturalmente non ci siamo lasciati sfuggire, quello delle “baby-gang”, è un sintomo poco simpatico, ma indicativo del periodo che stiamo vivendo. C’è una masnada di ragazzetti e ragazzette ignoranti che imperversa indisturbata in zona arco d’Augusto. Questa condizione di vita nel cuore della città sta diventando veramente insopportabile».

Consideri che pattuglie delle forze dell’ordine a controllare il territorio ce ne sono sempre, sia di notte che di giorno. Va poi valutato che in estate lo sforzo complessivo è molto maggiore. Pensi ai mille eventi in calendario, alla Notte Rosa e via dicendo. Resta poi il fatto che la provincia di Rimini è piuttosto estesa. Comunque, quali misure di prevenzione si augurerebbe che mettessero in atto?
«Basterebbero un paio di pattuglie che girassero per il centro storico e ribadisco, anche solo dalle 2.30 alle 4 e credo che avremmo risolto il problema. Quello è il lasso di tempo in cui agiscono i delinquenti. Più o meno fino alle 2:30 c’è sempre qualcuno in giro, poi verso le 4 i netturbini cominciano a pulire le strade. Ecco perché indico quell’orario. Siccome mi fido del Prefetto e mi fido del nuovo Questore, sono fiducioso che metteranno in atto una qualche strategia e miglioreranno un po’ a tutti la qualità della vita».

Quello di Loris Cerbara non è un estemporaneo sfogo fuori luogo. I suoi timori sono avallati dall’Indice di Criminalità delle Province Italiane pubblicato annualmente dal maggior quotidiano finanziario nazionale su dati del dipartimento di Pubblica Sicurezza – Ministero dell’Interno.

Nella graduatoria generale stilata nel 2021 da Il Sole 24 Ore, sbaragliate 104 delle 106 province italiane prese in esame, Rimini si issa sul terzo gradino del podio. Peggio di noi, solo Bologna e Milano. Va tuttavia ricordato che siamo stati al primo posto nel ’17 – ’18 – ’19, secondi nel ’16 e terzi nel ’20. Una tabella di marcia di tutto rispetto. Roba da guardare dall’alto in basso grandi metropoli italiane ben più blasonate.
Dalla dettagliata lista risulta che nel ’21 la nostra provincia è tra i primi dieci posti per violenze sessuali, estorsioni, percosse, furti con strappo, furto su auto in sosta, furto in esercizi commerciali e infine quarta, sfiora il bronzo di un nulla, per rapine. La zona medaglie ci vede invece ottimi terzi per lesioni dolose, rapina in pubblica via e furti con destrezza, al secondo posto per furti generici e, dulcis in fundo, al primo per furto di ciclomotori: non siamo forse la patria “de’ mudor”? Certo che sì, ma siamo anche una città turistica con moltissime attività commerciali: negozi, supermercati a iosa, botteghe, hotel, ristoranti, bar e via dicendo. Il terreno è dunque fertile per chi lavora rubando i frutti di fatiche altrui. Tornando un istante alla classifica del Sole 24 Ore, i furti in esercizi commerciali sono al sesto posto su più di cento concorrenti. Nei rilevamenti degli ultimi sei anni la categoria ci ha visto anche più volte quarti o terzi. Avere perso un paio di posizioni è positivo, ma non rappresenta chissà quale successo. Comunque sia, navighiamo costantemente nella deplorevole parte alta della graduatoria. E i cittadini riminesi, a loro spese, se ne sono accorti da tempo.

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