A Riccione fa discutere l’acquisto dell’area ex Bombo. Il dirigente – riconfermato – firma una ‘interpretazione’ al regolamento urbanistico il giorno prima del bando. E una società creata la settimana prima fa l’affare. L’area – assai appetibile – è andata alla famiglia Annibali. Perché i cittadini non vengono mai avvisati?
La domandina maliziosa
Consiglio comunale di Riccione, giovedì scorso, sono passati 40 minuti e 40 secondi dallo start. Il consigliere Carlo Conti, figlio del baffuto portiere della Nazionale di calcio, Paolo, già candidato Sindaco per il Patto Civico ‘pro Pizzolante’, pone una domandina al Sindaco. Fa riferimento a una determinazione dirigenziale, la n. 775 del 19 luglio scorso, in cui il dirigente Vittorio Foschi, recentemente confermato nello staff del Comune di Riccione, si piglia la briga di firmare “di fatto, una variante al Rue… baipassando il lavoro del Consiglio Comunale”. La sigla Rue, come si sa, sta per Regolamento Urbanistico Edilizio, che – leggiamo dal sito comunale – “contiene le norme attinenti alle attività di costruzione, di trasformazione fisica e funzionale e di conservazione delle opere edilizie”. Insomma, se vuoi fare lavori in casa o farti la casa devi passare di lì, un labirinto di codici, codicilli, vincoli. Il dirigente Foschi ha firmato una Interpretazione applicativa dell’art. 4.2.3, comma 8, del vigente Regolamento Urbanistico Edilizio (R.U.E.) del Comune di Riccione. Secondo il Sindaco Renata Tosi va tutto bene, secondo Carlo Conti – che replica dubbi già espressi dal portavoce di Patto Civico, Marco De Pascale – non va bene per niente. Ogni modifica al Rue, di norma, deve passare dalle Commissioni consiliari e poi dal Consiglio Comunale. Ma quella, dice Madama Renata, è soltanto una “interpretazione”. Questioni di lana caprina, chissenefrega, dite voi. E no, perché di mezzo c’è l’affare, l’affarone.
Ex Bombo, ovvero, via alla speculazione edilizia
L’interpretazione del dirigente dice che, a dispetto del Rue vigente, anche gli alberghi ‘marginali’ – con meno di 39 camere – che stanno sopra la ferrovia di Riccione possono godere della premialità del 20% di superficie. Ora: poco sopra la ferrovia, in viale Ceccarini ‘alta’, in posizione mirabile, guarda caso, c’è l’area dell’ex ‘Bombo’. Il Bombo è stato, fino a una decina di anni fa, uno dei bar più noti di Riccione. L’ex Bombo, però, è il velo di Maya sopra una superficie importante, che riguarda l’Hotel Garni (uno di quei fatidici ‘marginali’) e un altro immobile. In sostanza, ora su quell’area ti puoi costruire uno splendido edificio residenziale, con un bel tot di appartamenti – ti godi la premialità del 20% come si deve – da rivendere, affittare, come ti va. Alla faccia della speculazione edilizia. Ma questo è ancora niente, questo può rientrare nello slogan di Madama Renata, “noi vogliamo invogliare gli imprenditori a investire”. Non tutti gli imprenditori, però, pare.
Affare fatto. In una settimana
Tenete a mente le date. Il 19 luglio il dirigente Foschi produce l’interpretazione sopra detta. Il giorno dopo va all’asta l’area ex ‘Bombo’ con l’hotel ‘marginale’ Garni. Nessuno sa dell’improvvisa, provvidenziale determina, forse neppure il Tribunale, che rende quella superficie ben più appetibile di prima, senza i vincoli precedentemente stabiliti dal Rue. All’asta, che si pensa deserta – gli interessati disertano in attesa che si abbassi il prezzo, troppo alto considerando i vincoli – però, qualcuno si presenta, mette sul piatto 1 milione e 800mila euro e porta a casa l’affare. Chi si è presentato? La Ceccarini 140 Srl, società che ha sede legale in Corso d’Augusto 14, a Rimini, che si è costituita il 10 luglio 2017 e registrata il 13 luglio. In sostanza: la società che si aggiudica l’area ex ‘Bombo’ nasce ufficialmente il 13 luglio, sei giorni dopo il dirigente firma l’interpretazione, il giorno dopo l’area va all’asta. Neppure Nostradamus avrebbe fatto meglio.
Ecco chi ha fatto l’affare
Ora, cerchiamo di capire meglio chi ha acquistato l’area ex ‘Bombo’. La Ceccarini 140 Srl che “ha per oggetto l’attività di impresa di costruzione, anche mediante appalti a terzi, e pertanto, in via esemplificativa, la compravendita di terreni”, ha un amministratore unico, Luca Annibali, e un unico proprietario, la Borgheria Uno Srl. La Borgheria Uno Srl ha la sede legale in Corso d’Augusto 14 a Rimini, come la Ceccarini 140 Srl, e risulta avere due amministratori in carica: lo stesso Luca Annibali (in qualità di Presidente) e Luigi Annibali. Gli Annibali sono una famiglia sammarinese di imprenditori di genio: Luigi è fratello di Ilario, quello di Italsementi e poi di New Factor, leader nel mercato di arachidi e noccioline varie. Chi ama il gossip ricorderà che Michele Santoro, il giornalista intransigente, ha sposato Sanja, la figlia di Ilario Annibali, era il 1997, vent’anni fa, con festa annessa sui colli di Covignano. Poco importa. Importa invece sapere che tra i capitali di Borgheria Uno Srl ne mette tanti (30.294 euro) Il Parco dei Ciliegi Srl, società che ha sede, anche questa, in Corso d’Augusto 14 a Rimini, il cui amministratore unico è Luigi Annibali. La Borgheria Uno Srl definisce il suo ‘oggetto sociale’ in “acquisto, vendita, gestione, costruzione e ristrutturazione di qualsiasi genere di immobile”. Morale: dovremmo essere tutti felici, l’area ex ‘Bombo’, finalmente, tornerà in vita. Le domande impertinenti sono altre: davvero si è data la possibilità – come vuole Madama Tosi – a tutti (ma proprio tutti) gli imprenditori di partecipare, equamente informati, al bando per conquistare l’area ex ‘Bombo’, ora (cioè dal 19 luglio scorso) ben più appetibile di prima? Chi vigilerà sulle possibili (e ora consentite) speculazioni edilizie? E poi: perché non informare, ogni tanto, con i dovuti comunicati, anche i cittadini di queste improvvise ‘interpretazioni’ del regolamento urbanistico? La ‘cosa pubblica’, di norma, non va gestita come un affare privato.
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