Tutte le falle, caso per caso, dei depuratori in provincia di Rimini

Tutte le falle, caso per caso, dei depuratori in provincia di Rimini

Esaminiamo i dati ufficiali Arpae del quadriennio 2014/2017. Mentre il vecchio impianto di Santa Giustina continua a peggiorare, il fosforo totale è aumentato di un terzo anche nella nuova linea entrata a regime nel 2015, e di quasi 7 volte a Misano. Tanti gli sforamenti dei limiti di legge segnalati dall’autorità ambientale pubblica per vari indicatori. I dati positivi: azoto totale diminuito di un quarto a Riccione e quasi dimezzato a Cattolica.

Anche oggi, 4 luglio, molte bandiere rosse nella mappa della balneazione segnalano ben noti problemi. L’estate non è ancora entrata nel vivo, eppure i divieti temporanei sono già stati sventolati fin troppe volte. Per fare un esempio, nel litorale di Bellariva sono già stati cinque gli “episodi occasionali”, altrimenti detti “inconvenienti ambientali”: il 22 maggio, l’8 giugno, il 14 giugno, il 22 giugno, il 4 luglio. Così anche a Viserba (La Sortie), oppure all’altezza del Rio Asse, mentre addirittura ben otto volte è successo a Cattolica (viale Fiume).

Le vasche di accumulo sono ancora in costruzione, d’accordo; il comune capoluogo e la multiutility di gestione del ciclo idrico assicurano che gli scarichi in mare saranno azzerati. Nel frattempo, però, oltre agli inquinamenti episodici per pioggia abbiamo a che fare con un sistema di depuratori provinciale che per vari aspetti non convince. Riminiduepuntozero se ne è già occupato dando anche voce al gestore Hera (due comunicati), ma ora con nuovi dati ufficiali di Arpae (Agenzia prevenzione ambiente energia Emilia-Romagna, ex Arpa) siamo in grado di riepilogare l’andamento del quadriennio 2014/2017, confrontando i risultati dell’ultimo anno con quelli del primo.

Esaminiamo rapidamente le cifre partendo dal cuore del sistema, cioè il depuratore di Santa Giustina, che attualmente tratta 30,6 milioni di metri cubi di reflui all’anno, più dei tre quarti del totale provinciale. L’impianto si compone di una linea oggi chiamata “vecchia” ed ancora in funzione, più la “linea nuova”, costata circa 26 milioni di euro: questa è stata attivata il 18 novembre 2014, è entrata a regime il 27 marzo 2015 ed è stata inaugurata in pompa magna il 23 giugno 2015 con l’annuncio (testuale): «Da oggi il mare di Rimini sarà più blu».

Vediamo i dati Arpae 2014/2017 di nostro interesse.

Depuratore di Santa Giustina, linea “vecchia”: il fosforo totale (media annua) ha segnato quota 0,67 mg/L nel 2014, è salito a 1,09 nel 2015, poi 1,06 nel 2016 e 0,97 nel 2017. Quindi fra il 2014 e il 2017 l’indice non è diminuito ma è aumentato del 44,7%. Per l’azoto totale (media annua), questi i dati dei quattro anni in sequenza, misurati in mg/L: 6,66; 7,36; 7,6; 8,1. L’aumento nel quadriennio è del 21,6%.

Depuratore di Santa Giustina, linea “nuova”, ecco le cifre misurate in mg/L: il fosforo totale (media annua) era a quota 0,55 nel 2015, poi è salito a 0,72 nel 2016 ed infine a 0,73 nel 2017. Quindi nei tre anni è aumentato del 32,7% anziché diminuire. Meglio sono andate le cose per l’azoto totale: 6,16 nel primo anno di funzionamento, 5,48 nel 2016, assestato a 5,39 nel 2017. Ma riflettiamo: il dato 2017 di azoto totale nella linea nuova di Santa Giustina è migliore solo di 19 punti percentuali rispetto al dato dell’anno in cui funzionava solo la linea vecchia (2014). E siccome il vecchio impianto continua di anno in anno a peggiorare le sue performance, la media odierna di risultato delle due linee (nuova e vecchia) non segna un miglioramento rispetto alla situazione del 2014, ma un peggioramento: “azoto totale da 6,4 a 8,0, cioè un aumento del 25%”. E’ questo che ha correttamente sottolineato Riminiduepuntozero nell’articolo del 13 giugno scorso basandosi sui dati dichiarati dal gestore Hera.

Del resto le autorità ambientali non stanno con le mani in mano. Le prestazioni dei depuratori ed i livelli di inquinamento vengono continuamente monitorati con un sistema misto che prevede campionamenti autonomi dell’ente pubblico e “autocontrolli”. Alla fine l’Arpae stila dei rapporti che possono portare anche a sanzioni. Vediamo i dettagli sempre a riguardo del quadriennio 2014/2017 preso in esame.

Il depuratore di Santa Giustina “linea vecchia” ha superato il limite di legge di 1 mg/L di media annua di fosforo totale due volte, nel 2015 e nel 2016, un parametro sforato anche nell’impianto di Misano Adriatico nel 2017.

Il limite di legge di 10 mg/L di media annua di azoto totale è stato sforato negli impianti di Rimini Marecchiese, Riccione e Cattolica per ben tre anni di seguito, nel 2014, nel 2015 e nel 2016.

Nel 2017 il depuratore di Riccione ha segnato una non conformità dell’indicatore BOD5 e 2 superamenti nei “solidi sospesi”, uno dei quali maggiore di 87,5 mg/L. I superamenti comunque rientravano nel numero massimo ammesso su base annua.

Lo stesso anno si sono verificate altre “non conformità”: nel depuratore di Novafeltria per azoto nitroso; in quello di Cattolica per cloro; in quello di Riccione per cloruri (un dato poi “rientrato nel limite previsto con l’applicazione dell’incertezza di misura”), per azoto nitroso e due volte per cloro.

Ed ora diamo uno sguardo sintetico al miglioramento o peggioramento di due indicatori monitorati (media annua di fosforo totale e azoto totale) confrontabili negli altri depuratori della provincia di Rimini, oltre a quello di Santa Giustina di cui si è già parlato.

Fosforo totale
Bellaria: 2014: 0,27; 2015: 0,22 = -18,5%
Rimini Marecchiese: 2014: 0,64; 2016: 0,47 = -26,5%
Riccione: 2014: 0,41; 2017: 0,53 = +29,2%
Misano Adriatico: 2014: 0,17; 2017: 1,16 = +582,3%
Cattolica: 2014: 0,60; 2017: 0,48 = -20%

Azoto totale
Rimini Marecchiese: 2014: 10,1; 2016: 12,6 = +24,7%
Riccione: 2014: 10,99; 2017: 7,93 = -27,8%
Misano Adriatico: 2014: 9,15; 2017: 9,99 = +9,1%
Cattolica: 2014: 15,1; 2017: 9,76 = -163,9%

In conclusione, fra i dati positivi c’è il quasi dimezzamento dell’azoto totale a Cattolica, ma tenendo conto che il depuratore tratta solo il 14% dei reflui dell’intera provincia in un anno.
Fra i dati negativi spicca l’aumento di quasi sette volte del fosforo totale a Misano, un impianto che peraltro pesa meno del 2% nei volumi di reflui trattati nell’intera provincia.

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