Nella centralissima piazza Tre Martiri si abbassa un'altra saracinesca. Qual è la politica commerciale dell’Amministrazione?
Chiude un altro negozio del centro, proprio in Piazza Tre Martiri. Non si tratta del solito mantra, ma della cronaca di uno stillicidio che si ripete lento ma inesorabile ed ormai inarrestabile. Non solo le piccole attività ma anche le grandi catene commerciali, evidentemente, non trovano più conveniente quest’area preferendo i centri commerciali.
Ma per contro cosa succede? Praticamente nulla di concreto, solo annunci di un radioso avvenire legato alla messa in funzione di “contenitori” quali il Galli ed il Fulgor, che per loro peculiarità hanno una loro vita notturna. Chi ha in testa questo progetto crede in un’economia sonnambula, idea travisata e forse mutuata dalla manifesta passione per la cosiddetta “movida”.
E così si organizzano stanchi e ripetitivi eventi serali dal titolo diverso ma sempre uguali tra loro. Nomi differenti della stessa torta, confezionata però con gli stessi ingredienti per giunta scaduti; musica, bancarelle e negozi aperti fino a tarda notte, con buona pace dei gestori e dei loro collaboratori, che sacrificano il loro riposo per raggranellare qualche incasso in più semmai vi fosse. Non di meno il sacrificio dei residenti.
E’ questa la politica commerciale dell’Amministrazione, specchietto per le allodole per mostrare che c’è impegno in tal senso, ma in realtà è solo un palliativo per celare l’incapacità di risolvere l’ormai cronico problema.
Storicamente nei centri cittadini la parte principale della vita si è sempre svolta di giorno poi, in parte assai limitata, anche di notte. Basti guardare le fotografie di Piazza Tre Martiri e del Corso degli anni ’70 e confrontarle con la quotidianità, per comprendere ciò che è avvenuto. Qui, invece, si vuole rovesciare pure questa naturale consuetudine e far credere l’incontrario, e sono sparite quelle attività che attraevano le persone. Tempi or sono per qualsiasi acquisto, specie di una certa importanza, si “andava in città”; oggi al centro commerciale di turno. A ciò si aggiunga poi il costo salato dei parcheggi, quando ci sono, che rappresenta un sicuro disincentivo.
Questo è il Centro di Rimini oggi, dove ormai questuanti e venditori abusivi importunano impunemente i passanti, e circoli di bivaccanti trascorrono giornate attorno a bottiglie di alcolici; indisturbati naturalmente, e lontano da quegli onnipresenti cartelli che annunciano la città che cambia, senza dire però come.
COMMENTI