La priorità della Caritas di Galasso? La stessa del programma politico del Pd di Veltroni del 2008

La priorità della Caritas di Galasso? La stessa del programma politico del Pd di Veltroni del 2008

Dopo gli articoli di Riminiduepuntozero il direttore della Caritas diocesana di Rimini si è difeso: “Non sono comunista e aiuto gli ultimi”. Ma a leggere le sue argomentazioni i dubbi restano tutti. Anzi, aumentano.

Dopo gli articoli di Riminiduepuntozero (il primo e il secondo) sulla nomina alla direzione della Caritas diocesana di Rimini di Mario Galasso, il 4 gennaio l’ex assessore ha rilasciato alla stampa locale una intervista nella quale ha affermato: “Non sono comunista e aiuto gli ultimi”.

Dopo aver riepilogato il percorso personale che lo ha portato dalla militanza come sottufficiale nell’Aeronautica all’ordine francescano secolare, Galasso ha stigmatizzato – usiamo le sue parole – “una parte di cattolici che magari non ha gradito” la sua nomina al vertice della Caritas, accusandoli di “buttare tutto in politica”. Nei confronti di questi cattolici l’ex assessore provinciale alla Pace ha rispolverato un po’ del suo antico orgoglio militare (alla domanda se intendeva porgere l’altra guancia ha risposto “direi di no”) pur concedendo loro una “porta sempre aperta per ascoltare”.

Ma sono i critici di Galasso a “buttarla in politica”, o è lui il primo a farlo?
Vediamo.
Dal Corriere Romagna del 4 gennaio 2018. Domanda: Qual è l’urgenza principale per la Caritas?
Risposta di Galasso: “L’urgenza principale è quella di far capire all’esterno che gli stranieri non sono una minaccia. Si deve partire dal presupposto che stranieri non significa cattivo”.

Dunque, secondo questa risposta, l’urgenza non è l’aiuto caritatevole in sé, ma la propaganda “all’esterno” di una certa idea.
Ma al contrario, l’art. 1 dello Statuto (1971) definisce la Caritas «l’organismo pastorale costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana al fine di promuovere, anche in collaborazione con altri organismi, la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni». In poche parole, la Caritas è stata voluta dalla Chiesa, dal papa Paolo VI in persona, perché i cattolici esercitassero la carità come testimonianza di fede, niente altro.
Una finalità spiegata dallo stesso beato Paolo VI nel suo primo incontro con la Caritas (1972): «Al di sopra di questo aspetto puramente materiale della vostra attività (la distribuzione di aiuto ai fratelli bisognosi, ndr), deve emergere la sua (della Caritas, ndr) prevalente funzione pedagogica, il suo aspetto spirituale che non si misura con cifre e bilanci, ma con la capacità che essa ha di sensibilizzare le Chiese locali e i singoli fedeli al senso e al dovere della carità in forme consone ai bisogni e ai tempi».
Nulla, assolutamente nulla di propagandistico né di politico.

Invece, la missione che si è dato Galasso la si ritrova, quasi letteralmente, in alcuni discorsi politici che elenchiamo.

Servizio di LEFT (rivista “A sinistra senza inganni”), 12 agosto 2017, titolo: “I migranti non sono una minaccia”.

Laura Boldrini, presidente della Camera, 15 aprile 2015: “Non possiamo pensare di essere autosufficienti e autarchici e considerare la migrazione una minaccia”.

Campagna FrontExit (ARCI), 16 ottobre 2014: “I migranti non sono una minaccia”.

Infine, ecco ritrovata la formula nel Programma di governo del PD, 25 febbraio 2008: “Affinché l’immigrazione sia vissuta non come una minaccia, ma come un’opportunità, è necessario che essa sia governata e non subita”.

Ora, proprio perché la Caritas ha una natura ecclesiale e non politica, restano attuali gli interrogativi sorti dalla nomina di Galasso e dai suoi primi atti pubblici:
1) perché il manifesto della Marcia della Pace promossa da Galasso per conto della diocesi esponeva le bandiere LGBT (arcobaleno con sette fasce di colori, da quelli più freddi in alto a quelli caldi in basso), simbolo dell’ideologia pansessualista? Che cosa c’entrano queste bandiere con la Chiesa cattolica e con la carità verso i bisognosi?
2) perché il tavolo dei relatori della Marcia era caratterizzato dalle bandiere dell’OLP-Lega Araba-Palestina e quella arcobaleno della “PACE”? Che cosa c’entrano queste bandiere con la Chiesa cattolica, con la Caritas, e con la pace in Medio Oriente che va ricercata dialogando con tutte le componenti, non solo con quella palestinese?

Fotografia: Mario Galassi insieme al vescovo Lambiasi al momento del passaggio delle consegne fra don Renzo Gradara e il neodirettore, davanti ai dipendenti e ai volontari della Caritas (foto dalla pagina Facebook della Caritas Rimini)

COMMENTI

DISQUS: 0