Ricordate il video che immortala Andrea Gnassi uscire dalla porta a vetri di palazzo Garampi in sella ad un gigante su due ruote da 240 chili? Siamo venuti a capo di molte novità (anche quanto è costato customizzare questo Multistrada V4), che aprono a parecchi interrogativi. E una richiesta di accesso agli atti presentata da Mario Erbetta ha potuto appurare che il sindaco ha utilizzato la sede istituzionale come parcheggio temporaneo di un mezzo che ha in uso in quanto presidente della Destinazione turistica Romagna. Roba da "Scureza" in fascia tricolore.
«Gnassi utilizza la moto Ducati non in qualità di sindaco del Comune di Rimini ma di presidente della Destinazione turistica Romagna. E allora perché l’ha parcheggiata nell’androne del Comune?». E’ il consigliere comunale di opposizione e candidato sindaco per Rinascita civica, Mario Erbetta, a brandire l’interrogativo. E lo fa dopo aver presentato sulla vicenda una richiesta di accesso agli atti al presidente del consiglio comunale e al segretario generale. Che, dopo un sollecito, con “minaccia” di interessare il prefetto, è arrivata. Ma, stavolta è proprio il caso di dirlo, andiamo con ordine.
Il sindaco che esce dal Comune come un pilota pronto a lanciarsi sul circuito non è immagine da tutti i giorni e nemmeno da tutti i Comuni. Esce a fatica, però, in sella all’enorme Ducati rombante, e diventa subito una notizia che fa parecchio discutere. Ma la benevolenza che accompagna l’attività di Andrea Gnassi deve avere consigliato la stampa a mettere subito il silenziatore alla news. Senza approfondire. Eppure ce ne sarebbe stato da approfondire.
Però adesso ci sono delle novità di cui nessun altro vi darà conto e che aprono parecchi interrogativi sulla vicenda.
Non perdete il filo. E’ il 25 giugno quando Mario Erbetta manda ai giornali il video che fissa l’attimo discusso e assai discutibile. Con la Ducati accesa e con l’aiutino della segretaria, uscendo dalla porta a vetri (che si apre e chiude con fotocellula) si dirige a destra, percorre il marciapiede, sempre alla guida della moto, e scompare. «C’è chi può e chi non può», commenta sarcastico Erbetta, «mi domando se lo avesse fatto un cittadino comune cosa sarebbe successo. Poteva portare la moto a piedi fino alla strada, come la perizia dell’uomo medio avrebbe consigliato, ma lui non è l’uomo medio…»
Palazzo Garampi è il garage del sindaco?
Gnassi non incassa bene la critica e, come scrive qualche sito molto ossequioso, diffonde subito «una risposta articolata». Articolata? Piuttosto… incazzata?
Spiega che la moto non è sua (e ci mancherebbe altro che infilasse la sua di moto nel municipio!) ma che viene utilizzata per progetti promozionali e in particolare per il Motorbike, che proprio per questo verrà customizzata, che anche in occasione dell’evento speciale della vittoria del mondiale di Bastianini le moto «hanno occupato temporaneamente la piazza e il teatro alcune salendo a spinta (da più persone in un portone più largo) altre no». Ma come è facilmente comprensibile l’accostamento con quest’ultimo evento ha poca o nessuna attinenza col caso del sindaco che parcheggia la Ducati nell’atrio del Comune, l’accende mentre si trova ancora all’interno e parte. Fumus o, se preferite, nebbia da lavatoio.
Ci soffermiamo invece sui due punti centrali della lunga discolpa di Gnassi.
Queste le sue parole relativamente al primo: «ho portato fuori la moto dal Comune (dove doveva essere posta in ricovero e protezione), ieri, per condurla appunto in ricovero all’Apt per il progetto di cui sopra. Chi non vuole fare speculazioni e oggettivamente vuol guardare cosa è successo, sa bene che dato il peso e le dimensioni del mezzo con borse laterali per uno spazio di ingombro pari al portone d’ingresso, l’uscita deve avvenire in sella per avere le due gambe d’appoggio in sicurezza sulla rampetta in discesa o in salita con conduzione. La spinta laterale della moto da parte di una persona con la stretta misura della porta e la rampa avrebbe incontrato evidenti ostacoli e non avrebbe consentito l’uscita in sicurezza (si vede anche nel video la toccata laterale della borsa che senza gambe d’appoggio e condizione avrebbe comportato magari cadendo danni al mezzo e alle persone). E’ anche evidente che la conduzione in sella può avvenire per mezzi di questo tipo solo con motore acceso data l’impossibilità di muoverlo condotto appunto in sella con la spinta dei piedi (come una bici). A meno che non si vi siano più persone a spingere da dietro il conduttore».
E’ lo stesso Gnassi a mettere in fila una serie incredibile di “anomalie” che è abbastanza semplice trasformare in interrogativi: chi ha deciso che il Comune e in particolare l’androne d’ingresso di palazzo Garampi avessero le caratteristiche idonee per diventare improvvisamente «ricovero e protezione» di una moto di grossa cilindrata? Talmente grossa che lo stesso sindaco deve ammettere che entra ed esce a fatica dal portone e che proprio per questo va accompagnata fuori «in sella» e «con motore acceso» (o, se spenta, spinta da dietro da «più persone»), e nonostante queste attenzioni il “pilota Gnassi” (Scureza per gli amici) va a colpire la porta. Esiste qualche atto formale (di un dirigente, di un funzionario…) che giustifichi, dal punto di vista tecnico e della sicurezza, l’utilizzo dell’androne come «ricovero e protezione» della Ducati? Il Comune di Rimini dispone di un responsabile della sicurezza e pubblica incolumità e anche di una ditta esterna che si occupa di questo importante capitolo: sono stati interpellati e hanno detto la loro sulla questione moto nell’androne? Infine, la sede di Apt, Destinazione turistica Romagna-Visit Romagna di piazzale Fellini può ospitare in sicurezza la moto?
Non uno scooter qualunque. La Ducati Multistrada V4 pesa 240 chili, con l’ingombro degli specchietti retrovisori è larga poco più di un metro e lunga m. 2,301, cilindrata 1.158 cc per 170 cavalli. E’ venduta “a partire da 18.990 euro”. Un mostro di potenza, oltre che di stile, di elettronica e ciclistica, che fa onore a Ducati. E’ di questo gigante che stiamo parlando, che l’ormai famoso video non ha consentito di cogliere fino in fondo in tutta la sua stazza ma che si è potuto ammirare esposto in piazza Malatesta per Al Meni (ma di foto del gioiello customizzato non se ne sono viste né sul sito e i social del Comune né su quelli del circo enogastronomico, chissà perché?).
Secondo punto. «L’unico altro portone della residenza municipale per eventualmente ricoverare la moto in sicurezza è quello del consiglio comunale sulla piazzetta del giardino dell’Arengo a cui si può accedere con mezzi a motore. Il rispetto della sede del Consiglio e l’ingombro stesso della moto non consigliano l’utilizzo di quello spazio», ha detto il sindaco.
Non si capisce perché per la sede del Consiglio Gnassi provi un “rispetto” che invece non avverte anche per l’accesso alla sede principale del Comune. In quanto allo spazio, come si è visto anche quello dell’androne ne avrebbe dovuto sconsigliare l’utilizzo.
Nella replica del sindaco, a queste “giustificazioni” affastellate con una logica un pochino zoppicante seguivano una serie di rimbrotti polemici a Erbetta, accusato sostanzialmente di raccontare «fake news per la sua campagna elettorale», e un post scriptum finale a tema libero: «segnalo a Erbetta, che come tutti sanno, non ho auto blu, non ho autista, per lavoro utilizzo la macchina a guida libera (con relative e occasionali sanzioni giustamente e come tutti i cittadini a mio personale carico) giro prevalentemente con mezzi a mobilità lenta (in bici). Potrebbe dare l’esempio anche lui». Non c’azzecca nulla, come il lavatoio davanti al castello. E in fatto di esempio meglio sorvolare.
Ma adesso viene la parte più succosa della storia.
Chi ha in uso la moto? Perché si trovava in Comune e in sella ci è potuto salire il sindaco? A chi Ducati ne ha concesso l’utilizzo e a quali condizioni? Rimini 2.0 ha chiesto a tanti interlocutori ma le risposte sono state pochine. E ovviamente il sindaco nella sua replica si è ben guardato dal fornire queste fondamentali informazioni. Se così avesse fatto un sindaco leghista, o fratellod’italia, chissà che levata di scudi da parte della libera stampa, ma al duca di Rimini viene perdonato tutto (servirà qualche bravo psicologo e qualche altrettanto bravo sociologo a spiegare il fenomeno), anche la Ducati dentro la sede istituzionale. E così ci siamo messi a indagare, chiedendo a destra e a manca.
Prima scoperta. Esiste un contratto di comodato fra una persona che figura come «consulente di Apt servizi, Visit Romagna e Comune di Rimini» e Ducati che regola tutta la partita della moto, del suo uso, di eventuali responsabilità che dovessero derivare dal suo utilizzo, eccetera eccetera. Secondo voi ce l’avranno fatto vedere questo contratto? La risposta è no. Alla richiesta inviata all’ufficio stampa del Comune il 30 giugno non ci è stata data nemmeno risposta. L’ufficio stampa di Apt Servizi dopo aver precisato che l’azienda di promozione turistica «non dispone del documento», in una mail del 12 luglio scorso aggiungeva che il firmatario del contratto risultava in ferie, che avrebbero provato a risentirlo «nei prossimi giorni». Tutto ancora tace. La direzione di Destinazione turistica Romagna ci ha detto di non disporre del contratto.
Seconda scoperta: il progetto “Motorbike” fa capo – ci ha sempre spiegato Apt – a Visit Romagna ed ha la collaborazione di Apt Servizi e di Destinazione turistica Romagna per il lancio del progetto, rientra nelle attività più specifiche della Riders’ Land promossa con il Circuito di Misano e che completano il progetto Motor Valley.
Il Comune di Rimini non è soggetto attivo del progetto, insomma, ma l’iper attivo è Andrea Gnassi nella sua veste di presidente di Destinazione turistica Romagna-Visit Romagna.
Terza scoperta. Il sindaco ha sostenuto che il giorno in cui fu immortalato mentre usciva dal portone del Comune si stava recando alla sede dell’Apt per ricoverare la moto. Ma Apt non dispone di un garage e la direttrice di Destinazione turistica Romagna non ne ha voluto sapere di ospitare la Ducati in locali non idonei allo scopo. «Qui la moto c’è passata perché io l’ho voluta vedere, soprattutto guardare la documentazione, libretto e assicurazione, e poi è tornata da dove era venuta, perché non era proprio il caso di tenerla qui, non abbiamo nemmeno una portineria/guardiania e la porta spesso rimane aperta per caricare e scaricare, dunque non è il posto ideale per custodire una moto di quel valore» ci ha spiegato Chiara Astolfi che dirige la Destinazione.
E perché la moto quel giorno era nella disponibilità del sindaco? «Il sindaco è l’unico che ha potuto ritirarla perché io non la guido, e il consulente non c’era per cui il ritiro del mezzo è stato fatto dal sindaco, che è anche una delle persone che può guidarla», spiega Astolfi.
L’assegnatario della Ducati, se si può dire così, è il consulente che ha sottoscritto il contratto con Ducati e che si occupa direttamente di “un pezzo” del progetto generale «moto e turismo», cioè Rimini Street Food.
Quarta scoperta: ma qual è la tempistica del progetto Motorbike, abbiamo chiesto ad Apt anche questo? «…parliamo sicuramente della seconda parte dell’estate…». Da Destinazione turistica Romagna ci hanno chiarito che «il lancio avverrà a settembre con la MotoGp». Ad oggi non ci sono ancora comunicati stampa ufficiali sull’evento, però il sindaco armeggiava con la Ducati a giugno.
Quinta scoperta: la “tematizzazione” o customizzazione della Ducati avrebbe dovuto essere una sorpresa da svelare al momento opportuno (in occasione di Al Meni) e non in un comunicato del sindaco finalizzato a difendersi dal video reso pubblico da Erbetta. Questo abbiamo appreso da Destinazione turistica Romagna, il cui dirigente firma la determina che prevede la “customizzazione della carena Ducati” il 5 agosto. Volete sapere il costo dell’opera d’arte? 15.860 euro.
Sesta scoperta: Ducati mette a disposizione gratuitamente la moto (assicurazione compresa) in cambio della visibilità connessa alla azione sinergica di promozione della Romagna attraverso il connubio tra mototurismo, enogastronomia, “contenitori culturali” ed eventi come Rimini Street Food e altri.
Naturalmente una mail per chiedere la disponibilità a visionare il contratto e ricevere altre informazioni sull’utilizzo della Ducati l’abbiamo inviata anche al consulente, in data 17 agosto, ad oggi senza risposta.
E un’altra al comandante della Polizia municipale di Rimini per segnalare l’acrobazia del sindaco in uscita dal Comune col maxienduro e per domandare se tutto ciò fosse “regolare”, anch’essa senza risposta.
«Il Comune di Rimini non ha sottoscritto nessun contratto di comodato né alcun accordo che autorizzi personale comunale all’utilizzo della moto, che poi sono due le moto che Ducati ha messo a disposizione», ci dice Mario Erbetta.
E lei come lo sa?
Alla mia richiesta di accesso agli atti ha risposto il dirigente della struttura di supporto al consiglio comunale, che fra l’altro mi ha spiegato di essere andato alla fonte per mettere insieme le informazioni, ovvero a Visit Romagna.
Visit Romagna che figura come l’artefice del progetto per il quale viene impiegata la moto?
Sì, Visit Romagna è capofila e finanziatore di Street Food, un progetto pensato e coordinato dal consulente in questione.
Ma il Comune dispone del contratto di comodato?
Mi è stato risposto di no in quanto ad essere coinvolti sono due soggetti privati, e che il contratto non l’avrebbe nemmeno Visit Romagna…
Ma se il sindaco la guida quella moto esisterà pure qualche atto ufficiale conseguente?
Mi è stato detto che in Comune hanno conservato, ma solo temporaneamente, una sorta di dichiarazione di manleva da responsabilità per la Ducati, e di autorizzazione non solo del sindaco ma anche di un dipendente comunale a guidare una delle due moto, con relativa assunzione di responsabilità su eventuali danni e sanzioni alle quali può andare incontro chi porta in giro quella moto. Quel documento è rimasto in Comune solo per il tempo necessario a raccogliere l’autografo del sindaco.
E Gnassi ha parcheggiato la moto in Comune pur avendola in uso come presidente di Visit Romagna…
Questo è quanto ho appreso, non senza stupore. E ribadisco: mi sembra un pastrocchio, a voler essere buoni, inaudito. Non si era mai visto un comportamento di questo tipo da parte di un primo cittadino di Rimini.
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