Portata alla luce da una interpellanza di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del movimento 5 stelle, l'accoglienza di lusso riservata
Portata alla luce da una interpellanza di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del movimento 5 stelle, l’accoglienza di lusso riservata ai giornalisti da Apt Servizi, approda all’esame dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna. Cinque consiglieri (Mara Cinquepalmi, Francesca Domenichini, Beppe Errani, Silvestro Ramunno, Mauro Sarti) prendono posizione su “quanto riportato da alcuni articoli di stampa in seguito ad una interpellanza presentata in Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, relativi a giornalisti “ospiti di lusso” a carico di Apt Emilia-Romagna a fini di promozione turistica del territorio, fra i quali viene indicato anche il nome dell’attuale presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, Antonio Farnè“. E annunciano di avere invitato lo stesso presidente a convocare al più presto il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna. I cinque consiglieri confidano “nelle autonome valutazioni del Consiglio territoriale di disciplina, l’organo a cui competono le decisioni sulle violazioni disciplinari degli iscritti all’Albo” e quindi spiegano di condividere “l’iniziativa presa dall’ex presidente Claudio Santini, sebbene sia scaduto il suo mandato e ancora non insediato il nuovo Consiglio, di mettersi subito al lavoro per raccogliere le, non facili, informazioni tecniche procedurali utili a far luce su quanto accaduto e convocare al più presto il vecchio Consiglio di disciplina, se nel frattempo non si sarà insediato quello nuovo”. E così come aveva fatto subito (via social) il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, avvertendo che “farsi pagare i conti di hotel e ristoranti per scrivere sulla riviera emiliano-romagnola può costare un procedimento disciplinare”, i consiglieri dell’Ordine emiliano-romagnolo ricordano l’articolo 2 (Fondamenti deontologici) del Testo Unico dei Doveri del Giornalista: è vietato al giornalista, tra le altre cose, di accettare “privilegi, favori, incarichi, premi sotto qualsiasi forma (pagamenti, rimborsi spese, elargizioni, regali, vacanze e viaggi gratuiti) che possano condizionare la sua autonomia e la sua credibilità”. Ma al momento, fanno sapere, “non risultano segnalazioni o esposti nei confronti di iscritti all’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna”.
La storia è quella dei soggiorni in hotel a 5 stelle, pranzi e cene in ristoranti di lusso. Ma anche, ha denunciato Raffaella Sensoli, “giri in Ferrari, trattamenti termali, caccia al tartufo e corsi di cucina”. Ne hanno beneficiato i giornalisti della stampa estera ma anche quelli italiani. Spese a carico della Regione Emilia-Romagna attraverso la dispendiosa macchina da guerra della promozione turistica (Apt) alla quale Rimini 2.0 (insieme all’Unione Prodotto Costa ai tempi a guida Corsini, che però fu promosso assessore al Turismo) dedicò due approfondimenti. Si chiamano “educational tour” le attività di promozione turistica riservate ai giornalisti italiani e esteri, riveriti e ben serviti, che poi scrivono servizi e decantano le magnifiche sorti del turismo.
“Solo nel 2015 oltre 400 mila euro di soldi pubblici spesi e nella lunga lista degli ospiti oltre che giornalisti di testate estere più o meno conosciute (a 6 giornaliste russe ospiti in Riviera Apt ha pagato anche i massaggi e trattamenti termali in albergo), anche moltissimi giornalisti italiani, registi, conduttori tv e persino dirigenti Rai con stipendi da super paperoni”, spiega la consigliera grillina. “Suite di lusso per dirigenti di Viale Mazzini, per inviati Mediaset e giornalisti che nei Tg raccontano la splendida riviera e di notte dormono in hotel a 4 o 5 stelle a spese di Apt. Noi siamo determinati a portare davanti alla Corte dei Conti i casi più eclatanti ma il quadro generale che emerge da questa storia riguarda la libertà di informazione, l’indipendenza della stampa e il suo rapporto con il potere che sembra essere sempre più torbido”.
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