Giussani, la politica, Pizzolante e quel mondo ciellino riminese votato all’opportunismo

Giussani, la politica, Pizzolante e quel mondo ciellino riminese votato all’opportunismo

Dice don Luigi Giussani (a mio avviso il genio culturale, non religioso, del Novecento) che la politica è forma compiuta di cultura. Nel senso che è

Dice don Luigi Giussani (a mio avviso il genio culturale, non religioso, del Novecento) che la politica è forma compiuta di cultura.
Nel senso che è nella prassi politica che può compiersi e realizzarsi la cultura.
Cosa significa questa definizione, rimasta largamente enigmatica anche a un mondo Ciellino che non a caso le preferisce quell’altra (molto più scontata e clericale) della politica come forma ultima di carità?
Significa né più né meno (nel senso che la riecheggia inverandola) la dottrina del rapporto teoria-prassi.
Dottrina marxiana, anzi marx-leninista, che dice una cosa sacrosanta: ovvero che ogni teoria va verificata nella prassi, cioè nel confronto con la realtà intera compresa quella politica, senza di che la teoria scade a ideologismo astratto e la prassi a tornaconto bieco e interessato.
Da questo punto di vista, è chiaro che la politica non può che essere forma autonoma di conoscenza, capace di far evolvere la teoria nella maniera più corrispondente alla realtà cui si applica.
Pensando a come è ridotta la politica oggi (guerra per bande in cui l’unica cosa che conta è distruggere Grillescamente e Salvinianamente il nemico) vien quasi da ridere se non ci fosse da piangere.
Soprattutto (dal mio punto di vista) per come l’insegnamento di Giussani viene stravolto proprio da quei politici “ciellini” che, soprattutto a livello locale (parlo di ciò che conosco), invece di muoversi secondo le suggestioni del carisma di Giussani, si sono progressivamente invischiati in un pragmatismo senza alcuna luce teorica.
Con l’unica preoccupazione ideale (sic!) di “servire le opere del movimento”, cosa fra l’altro verificatasi qua da noi in minimissima parte visto che Cl, checché se ne dica, non ha mai gestito le leve del potere.
Di contro a certa opinione diffusa che dipinge Cl come una specie di piovra incardinata in centri di potere che, invece, sono sempre stati in mani comuniste, massoniche e clericali.
Perché invece s’è sempre trattato di scelte sbagliate di singoli, in nome di logiche compromissorie che purtroppo sembrano ripetersi oggi da parte di taluni aderenti a Comunione e Liberazione impegnati in politica.
E’ cosa acclarata infatti come, in quella lista civetta (o mercenaria che dir si voglia) inventata dall’on. Pizzolante in appoggio a Gnassi, cioè al regime statalista e stalinista che ci sta spolpando, sono coinvolti personaggi provenienti proprio dal mondo di Cl.
Personaggi sia della società civile che ex Ncd, orientati a una scelta di campo non suffragata da alcuna ipotesi di tipo teorico, priva perciò di qualsivoglia dignità politica che non siano il trasformismo e l’opportunismo più indecorosi.
Per ambizioni mal riposte e/o inconfessabili manovre sottobanco che hanno come unico orizzonte (ma sarebbe meglio dire sottoscala) l’insipienza di chi non soltanto tradisce l’insegnamento di Giussani (che sarebbe il meno), ma neanche ha mai tentato di capirlo.
Come dire che a questo mondo i danni maggiori li fanno gli ignoranti, non i malvagi.

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