Il Comune di Rimini riclassifica i beni immobili del “triangolone”, oltre 6 milioni e mezzo il valore

Il Comune di Rimini riclassifica i beni immobili del “triangolone”, oltre 6 milioni e mezzo il valore

Con una determina del dirigente al patrimonio di "riclassificazione e valorizzazione inventariale" l'amministrazione fa propria "l'indicazione dell'incremento di valore di ogni singola scheda, stimato sulla base del prospetto inviato dalla Agenzia del Demanio". Riguarda i beni compresi fra Viale Cristoforo Colombo, Lungomare Tintori, Largo Boscovich, Piazzale Fellini.

I beni immobili compresi nel cosiddetto triangolone di Marina centro sono stati riclassificati dal Comune di Rimini come patrimonio indisponibile. “Nell’ottica di un progetto di complessiva riqualificazione delle aree della marina con funzioni pubbliche, l’Amministrazione necessita di strumenti per la regolarizzazione dei rapporti con i privati che non determinino vincoli di lungo periodo e che siano incompatibili con l’adozione degli atti finalizzati alla riqualificazione dell’intero asse del lungomare, in adesione alle scelte esposte nel Masterplan strategico”, si legge nella determina a firma della dirigente al patrimonio Anna Errico. “Considerate le funzioni pubbliche e il fine di pubblico interesse che il Comune di Rimini intende perseguire attraverso l’uso e la riqualificazione delle aree della marina, lo strumento più idoneo per consentire l’eventuale utilizzo degli stessi da parte di terzi è quello della concessione amministrativa”. L’area è infatti interessata dal parco del mare.

Il Comune di Rimini ha ricevuto dalla Agenzia del Demanio l’elenco dei beni e del relativo valore, mentre rimanda ad un “successivo atto dirigenziale il completamento della stima dei valori dei beni in oggetto, per la successiva valorizzazione anche di tali immobili nel corso delle operazioni di aggiornamento dell’inventario per l’anno 2018”. Una parte di questi beni, cioè viabilità ed aree destinate ad impianti sportivi, sono stati classificati come “patrimonio indisponibile” e come “beni demaniali”.

Dal 21 marzo dello scorso anno il Comune di Rimini è diventato proprietario dei beni (subentrando all’Agenzia del Demanio in tutti i rapporti attivi e passivi in essere) compresi fra il Viale Cristoforo Colombo, Lungomare Tintori, Largo Boscovich, Piazzale Fellini. “Anche le aree ed i fabbricati di Marina Centro, acquisiti dall’Agenzia del Demanio con i Decreti Direttoriali di cui sopra sono interessati dall’opera pubblica “Parco del Mare” e saranno oggetto di progettazione pubblica e di prossimi bandi per la presentazione di manifestazioni di interesse, nell’ambito del processo di confronto pubblico-privati ed al fine di riqualificare anche il comparto ricettivo della marina di Rimini”. Quindi il Comune ha “provveduto all’inserimento all’inventario degli immobili comunali di tutti gli immobili trasferiti con attribuzione del relativo valore inventariale alle singole particelle catastali acquisite, in parte già ricavato sulla base del valore complessivo dei beni trasferiti come indicati nel prospetto inviato con la nota dell’Agenzia del Demanio del 24/10/2017, riportante anche il dettaglio delle somme calcolate dall’Agenzia per i singoli utilizzatori su base annua“. E la tabella sui valori dei beni inventariati riporta 496 mila euro per il circolo tennis, bar e spogliatoio, 995.543 per il ristorante Lo Squero, 271.841 per il pattinaggio e 403.432 per il bar ristorante pattinaggio, circa 1 milione e 60 mila euro per il pub Barge, 1.295.911 per il ristorante “la Buca” e così via. In totale sono 6.604.066,48 euro. La determina fa propria “l’indicazione dell’incremento di valore di ogni singola scheda, stimato sulla base del prospetto inviato dalla Agenzia del Demanio” e spiega che sarà un successivo provvedimento a regolarizzare i rapporti inerenti l’uso degli immobili da parte di terzi.

In passato l’assessore Brasini aveva detto che il Comune era venuto a conoscenza dell’ammontare dei canoni che l’Agenzia del Demanio percepiva solo dopo il trasferimento dei beni al patrimonio disponibile del Comune e che “se la cifra fosse stata resa nota all’inizio della trattativa tra Stato e Comune, difficilmente il Comune di Rimini avrebbe richiesto il passaggio”.

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