Il sindaco e presidente della Provincia delega le sue “vice” ad accogliere Mattarella al Meeting

Il sindaco e presidente della Provincia delega le sue “vice” ad accogliere Mattarella al Meeting

Jamil Sadegholvaad è in Cina e per "pregressi impegni istituzionali" questa mattina ha "bucato" l'appuntamento con il capo dello Stato. L'assenza si è notata e trova poche giustificazioni, comunque la si guardi.

C’era il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, naturalmente anche tutto lo stato maggiore del Meeting a ricevere questa mattina Sergio Mattarella. Ma si è notata un’assenza non secondaria: a rappresentare il Comune e la Provincia di Rimini quando l’inquilino del Quirinale è arrivato in Fiera e poi è entrato all’interno, non si è visto Jamil Sadegholvaad, ma le vicepresidenti Chiara Bellini e Daniela De Leonardis. Ma come, il primo cittadino non è in prima fila quando il presidente della Repubblica “atterra” a Rimini e in particolare al Meeting?
Bonaccini non si è fatto sostituire da Irene Priolo, vicepresidente della Regione, ma ha presenziato in prima persona. D’altra parte stiamo parlando del presidente della Repubblica e non di una qualunque carica istituzionale, che tra l’altro non capita a Rimini ogni settimana.
Perché questa scelta non proprio felice? Sadegholvaad non è a Rimini. Sulla sua pagina Facebook due ore fa ha scritto questo post: «Ancora una volta il Capo dello Stato Sergio Mattarella si è distinto per un discorso di altissimo profilo, scevro di ideologie, con i valori della Costituzione come bussola e il bene comune come stella polare. Pregressi impegni istituzionali in Cina mi hanno impedito di essere presente oggi al Meeting, ma le sue parole sono state come al solito chiare. Come chiaro è stato il suo invito a non lasciare soli i sindaci della Romagna e i loro cittadini in questa fase di ripartenza che “è una priorità, non soltanto per chi vive qui ma per l’intera Italia”. Bentornato a Rimini Presidente!».
La partecipazione di Mattarella al Meeting era nota ai comuni mortali dai primi di luglio, alle istituzioni forse anche prima, ma evidentemente Sadegholvaad non è riuscito a incastrare diversamente i suoi impegni in Cina. Però il sindaco di un Comune caposaldo della Romagna, che accoglie il capo dello Stato, in un’occasione come questa e nel momento storico attuale, con tutte le contingenze che agitano la Romagna, non si fa trovare a stringergli la mano e a manifestargli la vicinanza della città e a domandargli vicinanza?
Nel primo pomeriggio abbiamo chiesto all’ufficio stampa del Comune di Rimini quali appuntamenti ha potuto seguire il sindaco e presidente della Provincia al Meeting e in attesa di una risposta possiamo dare per certa solo la presenza alla messa inaugurale celebrata dal card. Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna e numero uno della Conferenza episcopale italiana, concelebrata anche dal vescovo Anselmi. Se questo fosse il bilancio, potrebbe definirsi magro.
Eppure prendendo la parola alla presentazione dell’edizione 2023 al teatro Galli, Jamil Sadegholvaad aveva mostrato interesse verso l’amicizia del Meeting. Aveva detto che «la storia del Meeting a Rimini è una storia d’amore e amicizia con la città che il tempo, invece che spegnere, ha consolidato», e che «se la nostra città, oggi, ha l’ambizione di avanzare la sua candidatura a Capitale Italiana della Cultura lo deve anche alle 44 edizioni del Meeting e alla relazione tra questa realtà e la comunità tutta. Ecco perché sono certo che il Meeting sarà parte attiva del percorso di candidatura e oltre la candidatura, così come Rimini continuerà a essere amica del Meeting per il futuro». Ma poi come ha dato spessore a queste affermazioni?

Va ricordato che il Meeting è da tempo l’evento più importante ospitato a Rimini, e da sempre opportunità d’oro per intessere relazioni e allacciare rapporti anche con una miriade di personalità italiane e straniere (400 i relatori), insomma la classica gallina dalle uova d’oro per tanti ma pure per una giunta comunale che dovrebbe guardare con molta attenzione a questo parterre di ospiti. E va aggiunto che il Comune di Rimini insieme alla presidenza del Consiglio dei ministri e alla Regione Emilia Romagna è stato patrocinatore della manifestazione, e quest’anno al logo ufficiale della municipalità abbinava quello della candidatura 2026 a capitale della cultura. E va anche sottolineato il “traino” del Meeting in termini di presenze turistiche, un aspetto decisamente rilevante e preziosissimo in una stagione “fiacca” come quella che abbiamo visto. Anche solo questa, un’ottima ragione per far decidere il sindaco (che è anche presidente di Visit Romagna) a piazzarsi ogni giorno davanti all’ingresso dei padiglioni fieristici a dare il benvenuto agli ospiti. Invece…
Tante buone ragioni, dunque, per dimostrare riconoscenza alla 44ma edizione del Meeting che si chiude oggi, anche e soprattutto da parte del sindaco e presidente della Provincia di Rimini. Invece la gratitudine, che pure aveva sventolato davanti al presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, Bernhard Scholz, non si è percepita. E si è aggiunta la lontananza da Rimini nel momento clou. Casca a fagiolo, come si suol dire, il titolo interrogativo del Meeting 2024: «Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?».

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