La cronaca reclama il primo sindaco multinazionale di Rimini

La cronaca reclama il primo sindaco multinazionale di Rimini

«Jamil, pensa a che compito enorme sei chiamato, a come organizzerai il futuro pacifico della nuova Rimini, quanto lontana dal paesello stercorario e popolato di mostri e mostresse fellininiane. Quanto lontano anche dalla movida e dagli sballi». La missione scritta nel nome? L'intervento del prof. Rimondini.

Jamil Sadegholvaad tu hai il dna adatto per essere il primo Sindaco Multinazionale di Rimini. Apri il futuro che nella speranza di tutti avrà più occasioni di scambio e arricchimento antropologico, sociale, economico e culturale che non le inevitabili occasioni di scontro e di reciproca aggressione.
Il tuo dna matrilineare è romagnolo, quello del padre è Iraniano, o con l’antico termine romano Persiano. Devi inventare le nuove linee di politica amministrativa della Rimini nuova e del futuro. Certamente non basterà più il Consiglio Comunale, ci vorrà anche un Consiglio delle Nazioni, che si occupi delle problematiche e tematiche sociali, economiche, politiche e culturali dei nuovi Riminesi e dei vecchi che li hanno accolti e li accolgono. E ci vorrà anche un ‘giornale’ magari on line, ma i tradizionali media possono adattarsi, che diffonda le notizie più importanti. Alcune saranno terribili, come quella dell’uccisione del Filippino Galileo Landicho, ma altre saranno felici e costruttive.

Certamente anche le differenze religiose e filosofiche, le “visioni del mondo” – le weltanschauung – saranno oggetto di descrizioni, ordinati e tolleranti confronti. Certamente ci saranno interventi dei nostri sindacati nelle relazioni quasi schiavistiche di certe etnie che sfruttano i loro lavoratori e migrati. Sarà il caso di ‘persuaderli’ che ci sono dei limiti da non superare a Rimini e in Romagna e in Italia dello sfruttamento dei lavoratori. Certamente bisognerà inventare delle scuole che insegnino la nostra lingua ai nuovi e le loro lingue a noi. Certamente le scuole tradizionali dovranno adattarsi al mondo nuovo e alle sue esigenze. Certamente si troveranno delle aree virtuose di incontro e di reciproca comprensione e aiuto. Certamente le “buone” persone di ogni Nazione vorranno allearsi per il bene di tutti. Jamil, pensa a che compito enorme sei chiamato, a come organizzerai il futuro pacifico della nuova Rimini, quanto lontana dal paesello stercorario e popolato di mostri e mostresse fellininiane. Quanto lontano anche dalla movida e dagli sballi.
Certamente ci sono già in atto delle organizzazioni delle singole nazionalità che se non violano la nostra legge, vanno rispettate e diventare tramite per la reciproca integrazione. Non vogliamo una Rimini criminale, o più criminale di quanto sia già. Non avremo paura di morire per questi valori collettivi. Dobbiamo conoscerci, conoscere i nostri lati positivi e quelli negativi. Nella cultura però andiamo già alla grande. Nella cultura scientifica, matematica vanno alla grande gli Europei dell’Est, gli Indiani, i Pakistani, i Filippini, i Cinesi, i Coreani…

Pietro da Rimini, il tappeto sotto i piedi di S.Agostino.

Dall’Oriente anche estremo prima delle persone sono arrivate in Europa molte merci, dalla preziosa seta a gemme e spezie, e anche molte idee e oggetti artistici. Il lituano Jurgis Baltrusaitis (1873-1944) storico dell’arte originalissimo, tra le molte sue opere illuminanti, ha dedicato uno studio agli apporti orientali nell’arte europea, in particolare in quella gotica. Si intitola Medioevo fantastico: antichità ed esotismi nell’arte gotica, più volte ristampato in Italia dal 1955. Impariamo che i “grilli” figurine oniriche – condensate – di insetti, uccelli e animali con i corpi umani, i demoni infernali con le ali di pipistrello e i draghi, le ogive del gotico, gli “occhi ammandorlati” che dicevano nel Medio Evo sono più belli di quelli rotondi, e tutte le figure umane gotiche hanno gli occhi a mandorla, e altre caratteristiche, tutt’altro che secondarie, che troviamo anche nei nostri pittori.
Ma di queste cose, Jamil, ne sa molto di più Chiara Bellini, che le ha approfondite per la sua professione culturale.

Anzi, Jamil, mi piacerebbe valutare il tuo livello di conoscenza in fatto di tappeti orientali, che immagino tu conosca bene.
Pietro da Rimini, il miglior pittore riminese della seconda generazione, dopo Neri, Giovanni e Giuliano, ha dipinto il capellone di San Nicola a Tolentino.
Nella volta sono dipinti i quattro Dottori della Chiesa Occidentale, Ambrogio, Agostino, Gregorio, Girolamo accoppiati con gli Evangelisti Marco, Giovanni, Luca, Matteo. Nella coppia Agostino Giovanni, il primo tiene i piedi su un bellissimo tappeto a ottagoni che hanno degli uccelli – la fenice? – a due colori rosso e verde dominanti.
Jamil, secondo te, è persiano? Oppure anatolico o di altra provenienza?

Se ci scriverai il tuo illuminato parere lo pubblicheremo su Rimini 2.0.

Fotografia d’apertura: Pietro da Rimini, Cappellone di San Nicola a Tolentino, prima metà del ‘300. I santi Agostino e Giovanni.

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