La strage continua: abbattuti anche i lecci di piazza Malatesta

La strage continua: abbattuti anche i lecci di piazza Malatesta

Basta! Non se ne può più. Dalle finestre delle abitazioni c'è chi urla di smetterla. Chi passa si ferma allibito a guardare l'ennesimo colpo di sega. Fotografie e poche parole (ormai sono finite). Forse non resta che istituire il "premio" Attila.

Appena piantati, e si parla di decine e decine di anni fa, i due lecci all’ombra (inversione di ruoli) di palazzo Pelliccioni in piazza Malatesta non pensavano lontanamente che prima o poi avrebbero dovuto vedersela con le seghe di Andrea Gnassi e della sua giunta “Signorsì”.

Dopo tanti anni di ossigeno e ombra profusi senza nulla chiedere in quell’angolo che guarda il Castello Malatestiano, ecco che oggi, all’avvicinarsi della scadenza di mandato del Signore di Rimini, c’è chi pensava che i due potessero farla franca. Non è così. Per l’ennesima volta, nella seconda parte dell’era gnassiana, le seghe sono entrate in azione.

Quando vado a fotografare lo scempio verde che si ripete ormai a cadenza regolare, ad ogni scatto corrispondono commenti indignati dei passanti e anche di una signora che dalla finestra di casa, inascoltata, rivolge frasi poco lusinghiere all’incolpevole tagliatore di turno. A quel punto mi permetto di rivolgermi agli improvvisati commentatori ricordando loro che con carta e matita indelebile, il legittimo dissenso si può esprimere in cabina elettorale.

Il platano solitario… ci auguriamo che duri.

Molti di essi giurano che lo faranno. Auguriamoci che almeno loro, differentemente da chi doveva difendere l’ambiente, mantengano le promesse. Prima di accomiatarmi dal luogo dell’esecuzione mi fermo per un attimo a guardare il grande platano vicino ai due ex lecci. Se fossi in lui, non mi sentirei affatto tranquillo.

I due lecci cancellati questo pomeriggio dalla storia del verde di Rimini e il platano che speriamo non debba fare la stessa fine.

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