L’abbraccio di Rimini a don Facchini e don Matteini

L’abbraccio di Rimini a don Facchini e don Matteini

Anche se i due nuovi sacerdoti riminesi, in quanto appartenenti alla Fraternità San Carlo Borromeo, non sono ‘incardinati’ nella diocesi di Rimini e q

Anche se i due nuovi sacerdoti riminesi, in quanto appartenenti alla Fraternità San Carlo Borromeo, non sono ‘incardinati’ nella diocesi di Rimini e quindi la loro missione si svolgerà altrove, hanno comunque celebrato una delle loro prime messe nelle parrocchie di Rimini dove vivono le loro famiglie.

Don Francesco durante la messa a San Giuseppe al Porto

Don Francesco durante la messa a San Giuseppe al Porto

Il trentenne don Francesco Facchini, sabato 11 luglio ha celebrato messa nella chiesa di San Giuseppe al porto: sull’altare con lui c’erano il parroco don Mario Vannini e don Giorgio Zannoni. La chiesa era piena, coi genitori Carlo e Ione e due dei suoi tre fratelli in prima fila, che insieme ai numerosi parrocchiani e amici hanno ascoltato attentamente la predica, preparata con cura. E’ stato facile per don Francesco, ora che ha detto il suo sì definitivo a Cristo e fa parte di una congregazione missionaria, commentare il vangelo, visto che era il racconto di Matteo dell’invio da parte di Gesù dei discepoli. A loro Gesù ha dato il potere di scacciare gli spiriti impuri e gli ha anche imposto di non portarsi dietro troppe cose di vestiario, da mangiare, né denaro.

Da sinistra, don Giorgio Zannoni, don Francesco e don Mario Vannini

Da sinistra, don Giorgio Zannoni, don Francesco e don Mario Vannini

Pensare che don Francesco è laureato in economia e prima ancora di laurearsi, aveva fatto anche sogni diversi per il suo futuro: a un certo punto ha sognato di diventare maestro. Poi addirittura cantante, al punto partecipare ai provini a Cinecittà di un famoso programma televisivo ma al termine della giornata d’attesa, quando finalmente era arrivato il suo momento, lasciò il palcoscenico e il microfono solo dopo aver ‘steccato’ due note. E che dire della volta che portò in casa dai genitori la fidanzatina dagli occhi a mandorla… Negli avvisi finali è stato detto che don Francesco è destinato a Roma quale segretario generale della sua Fraternità, fondata nel 1985 da monsignor Massimo Camisasca (oggi vescovo di Reggio Emilia e Guastalla) come frutto del carisma di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione.
Adesso la Fraternità San Carlo è presente con 33 case in 16 Paesi del mondo e conta 132 preti e 40 seminaristi. Così, come ha detto il rettore don Paolo Sottopietra (che li ha accompagnati nella loro prima messa per il movimento di Cl nel quale sono cresciuti, domenica 5 luglio sempre a San Giuseppe al Porto) se la Fraternità di San Carlo andrà bene lo si dovrà ad un riminese.

Con i genitori

Con i genitori

Don Francesco Facchini, che nella sua formazione è stato anche un anno a Taiwan per imparare il cinese, ha ringraziato tutti e annunciato il suo nuovo compito di ‘segretario generale’ della San Carlo a Roma, tuttavia ha aggiunto che il suo sogno resta quello di andare missionario in Cina. “Vi aspetto a Roma e, se mi manderanno, in Cina”. Infine, nella cripta gli amici hanno preparato e offerto un ottimo rinfresco e un momento conviviale in cui Daniela, una sua catechista, faticando a non chiamarlo più ‘Facco’ o ‘Franci’ come quando era bambino, ne ha ricordato la sua voglia di cantare e il suo buon appetito, la sua generosità nelle ‘uscite’ con gli amici in spiaggia. Non è mancata neppure una scenetta, che prevedendo una fulminante carriera per don Francesco che di li a qualche anno sarebbe addirittura diventato papa Francesco II, metteva sul palco un giornalista Rai (Renzo Imola) che veniva a intervistare i genitori nella città d’origine. Nel frizzo i genitori venivano impersonati da Gabriele Casadei, che con una parrucca biondissima recitava nei panni della simpatica madre Ione, indossando la parananza da cuoca e una gonna, e da Giancarlo Raggi nei panni del padre Carlo, molto divertente anche se di poche parole e quasi tutte in dialetto. Oppure una improbabile nipote del papa emerito inviata da Ratzinger ad appurare la natura della “San Carlo”, perché temeva fosse una nota marca di patatine. Attori che, ancorché non professionisti, hanno fatto divertire parecchio sia i veri genitori che lo stesso don Francesco e tutti i presenti.

Don Davide Matteini (a fianco di don Marco Ruffini) durante la messa al campo di don Pippo

Don Davide Matteini (a fianco di don Marco Ruffini) durante la messa al campo di don Pippo

Il giorno dopo, domenica 12 luglio è toccato a don Davide Matteini, 32 anni, celebrare messa al campo di Don Pippo vicino alla casa circondariale penitenziaria dei Casetti a Covignano. E’ un parco che gestisce la chiesa di San Gaudenzo con il parroco responsabile don Aldo Amati. Qui all’altare con don Davide c’erano diversi sacerdoti: don Aldo Amati, il padrone di casa appunto, che dando il benvenuto a parrocchiani e amici di Cl del novello sacerdote, ha spiegato il perché in testa aveva una vistosa garza per una ferita, che ha detto di essersi procurato ‘incontrando una finestra’. Ma qualcuno tra i presenti ha suggerito ironicamente al vicino un po’ sottovoce ma non tanto: ‘forse è rimasto ferito perché gli è caduta l’aureola”. Poi c’erano anche altri sacerdoti, tra gli altri lo zio di don Davide, monsignor Sergio Matteini, don Stefano Vendemini (meglio conosciuto come don Bubi) don Claudio Parma, don Marco Ruffini, anche lui della San Carlo che opera a Bologna e don Mosè, un prete africano.
Tra i fedeli c’erano i genitori Giovanni e Paola, nonché il fratello più piccolo e la sorella maggiore, tanti giovani amici coetanei, compagni e diversi amici del movimento di Comunione e Liberazione oltre ad adulti e famiglie della parrocchia.
davide-matteini-rnAnche in questa messa don Davide nella predica ha sottolineato come Gesù, per la sua missione, abbia voluto coinvolgere e incaricare i ‘suoi’ discepoli. Come annunciato a fine messa negli avvisi, don Davide andrà in Germania, precisamente a Colonia nell’unità pastorale di Kreuz-Koln-Nord. Chissà che la non reincontri qualche vacanziero teutonico che lui ha conosciuto sulle spiagge riminesi quando qualche anno fa le frequentava come bagnino. The ‘king of the beach’ (‘il re della spiaggia’) così come veniva chiamato dagli amici per via del fatto che durante l’estate, per non pesare troppo sui genitori, lavorava come bagnino, ha lasciato il segno nel cuore e nelle menti di tanti turisti. ‘Re della spiaggia’ anche per le sue notevoli doti di giocatore di beach volley.
davide-matteini-riminiAl microfono don Aldo, dopo aver delineato i tratti principali della missione della Fraternità a cui appartiene il nuovo prete, ha parlato del suo incarico in terra tedesca: “ti facciamo tanti auguri, pregheremo per te” e con una battuta, probabilmente pensando al dibattito attuale circa la crisi della Grecia e dei suoi rapporti con l’Unione Europea e l’area dell’euro, ha detto: “Speriamo anche che tu faccia diventare un po’ più buoni questi tedeschi”.

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