Le zanzare beffano gli amministratori: a Rimini aumento dell’89%

Le zanzare beffano gli amministratori: a Rimini aumento dell’89%

Gli esperti: “l’aumento di popolazione degli insetti dovuto alla sostituzione del larvicida”. In regione casi sospetti di infezioni virali fanno scattare nuovi controlli.

Facendo uno slalom tra una disinfestazione e l’altra, le popolazioni di zanzare hanno beffato gli amministratori regionali e locali aumentando del 63%: è il dato negativo che emerge dalle ultime rilevazioni delle autorità sanitarie regionali, riportate nel bollettino di ieri 16 luglio 2018.

«Si stima
– dice la newsletter di Zanzaratigreonline
un aumento percentuale di popolazione di Zanzara Tigre nella regione Emilia-Romagna nel mese di giugno di +32% rispetto a giugno 2017, e di +63% rispetto al dato medio calcolato negli ultimi 4 anni. L’aumento di popolazione può essere dovuto a diversi fattori: di tipo climatico per l’alternarsi di piogge e giornate con alte temperature e di tipo operativo per la progressiva sostituzione di Diflubenzuron con altri larvicidi meno efficaci, sostituzione resa però necessaria a causa della rilevata resistenza in Culex pipiens.»

Per chi avesse poca dimestichezza con l’entomologia, quest’ultimo nome scientifico – Culex pipiens – è quello della zanzara comune che punge prevalentemente di notte, mentre la sua lontana cugina, originaria del sudest asiatico, detta “tigre” per la caratteristica livrea a strisce bianche e nere, si chiama Aedes albopictus.

Riepilogando: la resistenza delle “vecchie” zanze al Diflubenzuron ha fatto propendere i tecnici per la scelta di altri larvicidi, che si sono rivelati però meno efficaci contro le ben più aggressive “tigri”, e sono proprio queste ad aver colonizzato l’intera Emilia-Romagna a ritmi riproduttivi mai visti prima.

Ritmi che – come già sanno da settimane i lettori di Riminiduepuntozero – vedono Rimini, ahinoi, ai livelli più alti di tutta la regione: infatti, ribadisce l’ultimo bollettino, rispetto al giugno 2017 l’aumento è dell’89%, un tasso di crescita secondo – ma di un pelo – solo a quello di Ferrara (+94%), mentre ci sono territori contigui che hanno saputo fare molto meglio. Ad esempio Bologna (dato stabile), mentre addirittura a Ravenna le zanzare sono diminuite del 19% rispetto all’anno scorso.

Sta il fatto che in generale le cose non vanno bene nel settore, come si intuisce da un bollettino dell’11 luglio scorso: l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e Emilia-Romagna (IZSLER) ha disposto una serie di «controlli di qualità sui trattamenti larvicidi e adulticidi svolti dai Comuni sulla base del piano regionale arbovirosi 2018, a seguito dei casi importati (sospetti o confermati) di Chikungunya, Dengue e Zika virus».

L’indagine consisteva in «controlli HLC (cattura su uomo) fuori e dentro l’area di trattamento; controlli di efficacia dei trattamenti larvicidi su tombini pubblici e privati all’interno dell’area trattata», infine «ricerca di arbovirus nelle eventuali femmine di Zanzara Tigre catturate».

Con parole semplici: sono stati riscontrati casi di infezioni, le autorità temono epidemie, alla fine dei controlli si valuterà se «introdurre misure correttive», per non farsi trovare impreparati. Si ricorderà, infatti, l’allarme scatenato dall’epidemia di Chikungunya del 2007 proprio in Emilia-Romagna.

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