Ieri l'analisi di Fabrizio Fabbri sul turismo riminese, che ha colpito nel segno. Oggi parla Corsini e dà tutta l'impressione di averla letta bene. "Occorre cambiare schema" per fare uscire la Riviera dal coma. E annuncia 20 milioni di euro per bandi a sostegno di progetti. Ma è sempre tardi per perseguire la strada di un "piano Marshall" a favore della costa romagnola.
Tempismo perfetto. Mediatico s’intende. Ieri l’intervista a Fabrizio Fabbri: “Rimini può tornare ad essere Up”. Oggi l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, occhieggia dalla prima pagina del Corriere Romagna e sembra voler rispondere. Con un messaggio rassicurante.
L’analisi del titolare dell’Up Hotel ha colpito nel segno (lo dicono anche le visualizzazioni). Pochi fronzoli, molta sostanza. Ha dato una bella scossa all’albero del quieto vivere turistico. Ha detto, con la forza dell’esperienza e non della chiacchiera, cosa può fare il privato e cosa può fare il pubblico. I fatti parlano da soli, le parole stanno a zero. Il contagio, almeno in questo caso, bisogna sperare che si diffonda il più possibile. E sulla pelle del sistema turistico locale si diffondano tante chiazze rosse: up, up up, up… E’ un virus che non va curato e men che meno prevenuto, ma contaminato.
Manca il prodotto, ha chiarito Fabbri. La Riviera dei prezzi bassi e della stessa offerta datata anni 70-80 è in coma. Nemmeno le massicce flebo di eventi riescono più a risvegliarla. “La domanda che non cerca il prodotto ma il prezzo basso, continua ad incontrarsi con Rimini, ma è un target che sta diminuendo sempre di più”. E che impoverisce sempre di più il corpaccione appesantito della Riviera. “Mentre chi cerca il prodotto è in aumento e i locali che hanno una loro identità sono sempre pieni. E’ una tendenza in crescita che favorirà sempre di più chi ha un prodotto innovativo o comunque al passo coi tempi”. Parola di uno che è uscito dall’immobilismo e non se ne pente.
Fatturati. Il turismo va “pesato” coi fatturati, non con i numeri degli arrivi, tanto meno se “farlocchi”. Non dicono nulla. Sono solo un vezzo propagandistico della politica. Della cattiva politica.
Qualche linea di febbre l’intervista di Fabbri l’ha forse fatta venire anche all’assessore regionale al turismo. La prova è che, pur continuando ancora a sparare i numeri “dei record” (“57 milioni di presenze in regione“), la logica dei numeri già traballa nello stesso Corsini. Parole sue: “La domanda è: non saranno numeri troppo alti?”. E poi: “Siamo a una svolta. Ripeto: è sensato avere numeri alti con un valore economico basso che non dà marginalità agli operatori? E ancora, qual è il valore aggiunto per il territorio se si vendono camere con pensione completa a 23 euro? Riempire 3.200 alberghi in buona parte patrimonio immobiliare vetusto, è difficile“. E allora che si fa? “Occorre cambiare schema. Dobbiamo chiederci se ha senso portarci dietro tutti o è meglio operare delle scelte, premiare chi investe e seguire chi non può farlo facendolo uscire dal mercato, e tutelandolo dalle speculazioni”. Poi Corsini dice pure che la qualità degli esercizi alberghieri è bassa, “a macchia di leopardo”, addirittura mette sul piedistallo solo “Cervia Milano Marittima” che “hanno livelli alti” mentre “in altre zone non ci sono gli standard per stare sul mercato”. Ora non esageriamo però: non è che di Riccione all’assessore non piaccia l’attuale standard politico, più che quello degli hotel?
Certo che se la riqualificazione degli hotel avesse dovuto procedere grazie ai contributi regionali…. Lo ammette lo stesso Corsini: “Nel 2017 con il bando regionale sono stati riqualificati 80 alberghi. Ancora poco”. Anzi pochissimo. Ma ora l’assessore ravennate la questione vuole affrontarla di petto. “Vogliamo attivare uno strumento finanziario già presente a sostegno dell’industria meccanica. Grazie a una convenzione con la Regione, la Cassa depositi e prestiti fornisce le garanzie necessarie agli albergatori per ottenere prestiti dalle banche per riqualificare. Si tratta di un prestito ventennale a tasso basso con un periodo di ammortamenti di 3 anni. La Regione garantisce il 10% a fondo perduto. Il 12 settembre incontrerò gli albergatori. Avvieremo per tutta la costa romagnola bandi a sostegno di progetti con 20 milioni di euro“.
Altri politici, fra l’altro della stessa area politica di Corsini, molti anni fa, parlavano già della necessità di un “piano Marshall per il turismo della Riviera”. Se adesso, in un piovoso giorno di Ferragosto, l’assessore regionale si accorge che “siamo a una svolta”, che “occorre cambiare schema”, nonostante le rassicuranti presenze dei record, beh, allora buon Ferragosto Riviera di Rimini.
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