Chissà se Marco Lombardi, col senno di poi, rimpiange di aver preteso di cambiare il corso degli eventi. Sì, perché non avrebbe dovuto essere lui il c
Chissà se Marco Lombardi, col senno di poi, rimpiange di aver preteso di cambiare il corso degli eventi. Sì, perché non avrebbe dovuto essere lui il candidato riminese di Fi alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna. Insieme ai tre giovani, il nome individuato dal partito era infatti quello di Antonio Barboni, in passato consigliere comunale e provinciale del Pdl. Il quale aveva pure accettato e compariva già nella lista dei candidati (insieme a Licia Fabbri, Francesca D’Amico e Angelo Russo) ormai definitivamente decisa dal coordinatore provinciale e regionale di Fi.
Come accaduto per nomi di spicco in altre realtà regionali, sacrificati sull’altare di un seppur debole rinnovamento, con la benedizione del coordinatore regionale, onorevole Massimo Palmizio, anche a Rimini Marco Lombardi era stato, come si dice poco elegantemente, trombato. D’altra parte Lombardi ha all’attivo tre mandati e avrebbe potuto anche scendere dalla giostra della politica ben remunerata (e il consigliere regionale rientra in questa fattispecie).
Fabio Filippi, ad esempio, in consiglio regionale dal 2000, stavolta ha avuto il benservito da Fi di Reggio Emilia e non è stato ricandidato (fra l’altro non l’ha presa bene e adesso chiede le dimissioni di Palmizio).
Perché Lombardi, invece, è rientrato in gioco? Si sa che, contrariato non poco per l’esclusione, si è fiondato a Roma per parlare a quattr’occhi con Verdini. E Verdini, si sa, è uno che conta in Forza Italia. Tutto qui? Pare di no. Lombardi sembra avesse un “debito” col partito, che chiede ai consiglieri regionali così come ai parlamentari, una quota mensile dello “stipendio” che percepiscono. Il “patto” non vale ovviamente solo per Fi ma anche per le altre formazioni politiche. Sta di fatto che Lombardi ha chiesto di essere nuovamente candidato e contemporaneamente ha lasciato a Verdini un assegno, sembra da circa 10 mila euro, per chiudere i conti. Fi, adesso come non mai, oltre che di una linea politica e di una nuova classe dirigente, ha anche bisogno di pecunia, per cui Lombardi è ritornato a Rimini con la ricandidatura.
Ora Barboni non rimpiangerà di essere stato escluso in corsa, visto il disastroso risultato, ed è probabile che rientri nei ruoli di responsabilità del partito a Rimini con il congresso, previsto entro dicembre. Come anticipò il coordinatore provinciale di Fi, Filippo Giorgetti, a Rimini 2.0, “entro novembre si raccoglieranno tutte le adesioni e nell’arco di tempo compreso fra il 15 dicembre e la fine marzo 2015 si svolgeranno i congressi. A Rimini e nei comuni maggiori non escluderei di poterli realizzare prima di Natale”. Fare presto adesso è diventato un imperativo categorico.
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