Dopo quello che gli hanno combinato al Castello e in piazza Malatesta, anche la via che porta il suo nome ha ricevuto un trattamento da far rabbrividire: la toppa stradale multicolor.
Ve lo ricordate il Sigismondo calpestabile (qui) o anche appeso (qui)? Ora si completa – così si spererebbe – la trilogia con il Sigismondo sconnesso.
Non siamo in una landa desolata della provincia ma in pieno Centro Storico e, per l’appunto, in Via Sigismondo. Ecco come si presenta quell’importante e praticata strada cittadina, dopo appena poco tempo dalla sua asfaltatura quando chi presumeva di generare un nuovo rinascimento riminese, coprì di asfalto rosso tutte le arterie del Centro di Rimini; il famoso “anello rosso” condito con altre baggianate simili. Importante perché conduce in piazza Cavour, ma anche nella ex piazza Malatesta, “ora degli incubi”.
La superficie è per lo più sgranata e la sua caratteristica principale é costituita da vari crateri aperti nel manto stradale, di varia foggia e dimensione ma aventi tutti la caratteristica della pericolosità per pedoni e ciclisti, ma anche per persone con difficoltà deambulatorie, per via del conglomerato bituminoso staccatosi dal sottostante supporto. Anche qui il materiale utilizzato qualche problemuccio lo doveva avere, sia nella qualità che nella posa, forse.
Ma quello che completa questo degradato quadretto, sono i ripristini, vuoi per le buche o per interventi successivi ai sotto servizi. Meglio definirli rattoppi alla bell’e meglio con conglomerato bituminoso nero, a cui poi è stata applicata una verniciata di rosso che, come si nota in alcuni punti, è già sbiadita. Siamo all’apoteosi della fantasiosa creatività dell’arte del rappezzo; una sorta di squallido “patchwork”. Una situazione ridicola che balza agli occhi dei tanti cittadini, ma soprattutto dei turisti che visitano la nostra città a cui non rendiamo certo una bella impressione.
Ma il problema non sussiste solo qui, ed è comune ad altre strade cittadine in cui è stato utilizzato quel tipo di impasto, e Via Sigismondo ne è solo un esempio.
Periodicamente proclami garampiani annunciano ingenti somme destinate alla sistemazione delle strade riminesi, ma proprio nel cuore cittadino vige una tale situazione. Perché a Rimini non si riescono a realizzare opere durature, ovvero per quale motivo si spendono così malamente e invano le risorse pubbliche?
È una domanda che non avrà mai una risposta viste le tante dimostrazioni già consumate, e quelle in programma. Probabilmente ai tempi di Sigismondo qualcuno avrebbe dovuto rendere conto di simili situazioni ma, buon per loro, del grande condottiero e signore di Rimini c’è rimasta solo questa triste trilogia.
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