La marcia in più di Domenico Samorani

La marcia in più di Domenico Samorani

Tantissima gente questa mattina ad ascoltare il candidato sindaco che ha tutta l'intenzione di fare una campagna elettorale all'attacco, in mezzo alla gente, propositiva, pescando anche nell'elettorato di centro sinistra. Lo ha introdotto Serena Grandi. Sul "palco" nessun leader politico, ma in sala c'erano tutti i big del centro destra. E soprattutto le persone comuni. Che sono la forza dell'uomo e del chirurgo Domenico Samorani. Il bisturi l'ha già cominciato ad usare sui temi caldi: sicurezza, commercio, turismo, Santarcangelo Festival.

Giù i leader dei partiti dal “palco”. Tutti in sala, mischiati alla gente comune, tantissima. C’era tutto lo stato maggiore del centro destra riminese, da Antonio Barboni a Elena RaffaelliGioenzo Renzi, passando per Giulio Mignani, Claudio di Lorenzo, Gennaro Mauro, Filippo Zilli, Marzio Pecci, Mario Erbetta, Walter Vicario e tanti altri. Presente anche Jacopo Morrone, sottosegretario leghista col gruppo dirigente provinciale. Ma il colpo d’occhio si perdeva su quella marea di gente comune, fra la quale anche elettori del centrosinistra, che ha imparato a conoscere Domenico Samorani in tutt’altri ambienti. Quelli della vita di tutti i giorni, segnata anche dalla malattia.
All’Hotel Della Porta la fila arrivava all’esterno e per contenere tutti sarebbe stata necessaria una sala tre volte più grande di quella scelta per la grande occasione.
Ad introdurre Domenico Samorani, che ha tutta l’intenzione di giocarsela per la corsa a sindaco di Santarcangelo, Serena Grandi: “Buongiorno a tutti, io sono molto contenta di avere incontrato un angelo, lui…”, ha detto indicando il candidato, “sono molto felice di essere qua per dire che lui è il top, speriamo che questa cosa di diventare sindaco non ce lo tolga, perché noi siamo anche un po’ gelose”. Un incontro, quello fra Serena Grandi e Domenico Samorani, come tantissimi altri nato in corsia e diventato stima reciproca e amicizia. “Oggi mi hai fatto un grandissimo regalo”, le ha risposto Samorani appena ha avuto il microfono in mano e consegnato un mazzo di fiori alla ospite.

Normalità e semplicità. Prima dei contenuti, che pure Samorani ha già gettato in quantità nel dibattito politico in un sabato mattina nel quale Santarcangelo brulicava di gente impegnata in compere e a passeggio, il debutto ha subito regalato un assaggio dello stile dell’uomo che ha deciso di dedicarsi alla cosa pubblica dopo una carriera brillante come responsabile della chirurgia senologica dell’ospedale Franchini: l’empatia, l’accento posto sull’incontro, l’apertura, la sottolineatura dell’interesse alle persone più che agli schieramenti, la voglia di rinnovare: “Vi ringrazio per essere venuti qui così numerosi a conoscermi e a conoscerci. Chi sono io lo si capisce da due cose: dalla mia famiglia e dal mio lavoro. Sono sposato, ho quattro figli (tutti di fianco a lui, mentre la moglie era seduta in prima fila, ndr), due sono nati in Africa dove ho prestato servizio per quattro anni nell’ospedale di Kitgum. Ad oggi i miei figli mi hanno già regalato sette nipoti. Tornato dall’Africa nel 1988 ho vinto il concorso nella chirurgia generale di Santarcangelo dove lavoro da trent’anni. Non c’è bisogno anche di dormirci per appartenere a una città.”

E’ stata una presentazione la sua, ma molti in sala sapevano già tutto di lui. “Negli ultimi 12 anni mi sono dedicato con grande passione e sacrificio alla chirurgia senologica, dove ho visto grandi possibilità di sviluppo. Ma da dove nasce questa passione? Tutto ciò che è umano mi ha sempre interessato perché la relazione crea reciprocità. Chi mi conosce mi ha spesso sentito dire che i pazienti mi hanno insegnato ad ascoltare, a capire, a condividere i bisogni e alcune volte a condividerli fino all’ultimo respiro. La gente va ascoltata, su questo non si può barare. Ogni persona ha un bisogno diverso, vuole sentirsi guardata, vuole capire se per te è importante e conta ancora qualcosa. E quando accade ti senti dire dal marito di una paziente: scusi dottore, ma lei fa così solo con mia moglie o lo fa con tutte?”, risate e applausi scroscianti. E’ questa la caratteristica del candidato sindaco Domenico Samorani. Poche etichette, molta sostanza, un approccio umano e senza filtri.
“L’eccellenza si raggiunge solo con il massimo della passione, ecco spiegato il segreto del nostro reparto, che è stato insignito di un riconoscimento importante, cioè la certificazione di qualità europea, unico reparto di chirurgia senologica in tutta la Romagna”. E poi qualche altro accenno alla esperienza scaturita in quella corsia, che ha varcato ampiamente i confini dell’Italia, grazie soprattutto alla scoperta del linfonodo sentinella, una realtà premiata dall’amministrazione comunale nel 2014 con l’Arcangelo d’oro, che mi fa sentire un tutt’uno con questa città”.

Appartengo a tutti coloro che vogliono rinnovare il volto di Santarcangelo. “Al termine della mia vita lavorativa, questa passione la vorrei dedicare a questa città, non sono più un giovanotto, ecco perché quando moltissimi amici di Santarcangelo mi hanno proposto questa sfida, io l’ho accettata. La mia esperienza mi dice che in ognuno di noi c’è una potenzialità di bene per tutti, ma per tirar fuori questo bene le persone vanno ascoltate, superate le vecchie dinamiche della politica che tende a dividere il mondo in due: buoni e cattivi, destra e sinistra, amici e nemici”. E le vecchie dinamiche della politica per Samorani sono “la vera radice della decadenza perché valorizzano la mediocrità: tagliare la città in due significa eliminare una quantità incredibile di risorse umane. E’ l’esatto contrario di quello che io ho vissuto. Sulla mia persona ho trovato il consenso di uomini e donne che provengono da storie politiche diverse, con me c’è anche gente di sinistra, perché sono uomini e donne veri. Capisco i media che devono sempre semplificare fra destra e sinistra, però io non voglio essere incasellato, cerco da sempre la reciprocità a 360 gradi, non butto via nessuno, come dice mia moglie, non reprimo e non punisco, solo con l’ascolto si trovano le soluzioni davanti ai problemi difficili. In questo senso io appartengo a tutti coloro che vogliono impegnarsi a rinnovare il volto di questa città, a partire da una visione nuova del territorio che in questi mesi avremo modo di spiegare. Una buona amministrazione deve avere una visione sussidiaria della città, non cercare l’egemonia, non dividere, anzi deve fare un passo indietro perché il popolo torni ad essere creativo, operoso, capace di inventare, investire e rischiare. La vera risorsa è l’essere umano“.

Alcuni problemi che devono essere risolti. Qui Samorani ha operato con precisione chirurgica. Poche questioni decisive. La prima. L’inquinamento del Marecchia e dell’Uso. “Uno dei temi più importanti è l’ambiente ed è legato al preoccupante inquinamento dei fiumi Marecchia e Uso. Una delle cause principali sono le discariche, presenti nei comuni limitrofi, che sono state costruite con sistemi e impianti obsoleti e che operano in deroga alla legge, su indicazione della Regione, e questo è grave. Non è chiudendosi gli occhi e mettendo nei cassetti i report coi dati allarmanti che si possono risolvere i problemi. L’inquinamento è un cancro: va riconosciuto, analizzato, aggredito per eliminarlo alla radice. Come medico avverto la responsabilità di prendermi cura insieme a voi del nostro territorio”.

La sicurezza. “Altro punto molto dolente, Santarcangelo non è, come si dipinge, un’oasi felice, al contrario, come riportato dalla tabella del ministero dell’Interno, è segnalata una incidenza di criminalità “elevata”. Occorrono l’intervento dei vigili di quartiere, una maggiore illuminazione, le telecamere, un servizio notturno di polizia municipale e una caserma dei carabinieri, richiesta da tempo”.

Il commercio. “A causa di una visione miope dell’amministrazione, priva di ascolto e di proposte nei confronti dei commercianti, degli artigiani, dei ristoratori, si registra una crisi di vari settori. La loro operosità e il loro impegno quotidiano meritano una attenzione e un appoggio dell’amministrazione comunale, non è sufficiente quello che è stato fatto fino ad oggi”.

Santarcangelo Festival. “Santarcangelo non ha bisogno di un festival di nicchia, raggelato da un inutile nichilismo e intellettualismo, che ha affossato la sua origine sperimental-popolare tipica degli anni d’oro. Nella nostra visione il festival deve tornare ad essere quello che era, noi non buttiamo via niente ma vogliamo ritornare a quello che era”.

Turismo. “Senza una nuova immagine della città e del territorio non è possibile promuovere tutte le sue molteplici risorse. Santarcangelo non è il tappetino di Rimini, occorre investire in un ufficio con personale dedicato per intercettare tutti i finanziamenti europei e regionali. Non si tratta solo di un problema ricettivo ma occorre accendere l’attenzione sulla cultura, la viabilità, l’ambiente. I dati che abbiamo analizzato sul turismo a Santarcangelo non rispecchiano affatto le potenzialità e la bellezza di questa città e di tutto il suo territorio, che ci è invidiato: nel 2017, 12.700 arrivi, un numero che sarebbe gestibile da un albergo riminese. Si può fare di più”.

Diritto alla mobilità. “Chi abita qui si accorge che l’amministrazione non ha mostrato la dovuta sensibilità al problema delle barriere architettoniche. Nei programmi a breve termine che ci impegniamo a realizzare vorremmo restituire una città più rinnovata e accessibile a tutti”.

Aree ricreative. “Spazi ricreativi sicuri per ogni fascia di età e insieme alle associazioni che praticano attività motoria e sportiva progetteremo nuove aree ricreative ispirandoci ai parchi più innovativi delle città europee, portandoli anche nelle frazioni, che sono sempre più desolate e abbandonate e di loro ci si ricorda solo in campagna elettorale”.

Riqualificazione e sviluppo. “Uno dei progetti più importanti sarà la riqualificazione dell’ex cementificio. A partire da questo luogo la città ha subito la sua più grande trasformazione, passando da una economia prevalentemente agricola ad una industriale. L’ex cementificio potrà essere un luogo nel quale investire su giovani imprese, start up e altro, creando una nuova comunità”.

Sassolini nelle scarpe. Infine Samorani si è tolto alcuni sassolini. “In questi mesi si è molto parlato della mia candidatura”. Primo sassolino: il sindaco a tempo pieno. “Ho 65 anni, per cui il tema del sindaco a tempo pieno non si pone, a meno che qualcuno non pensi che in Italia si possa lavorare fino a 90 anni. Non sarò un sindaco a metà, chi lo dice si arrampica sugli specchi, dimostra di non avere argomenti. Ma chi lo dice non conosce la realtà e soprattutto Samorani, uno che è sempre in piedi”.
L’altro argomento di critica: il binomio sindaco-medico. “Gli interessati a queste sterili polemiche, hanno una memoria molto selettiva, tendono a ricordarsi solo di persone che indipendentemente dal fatto di essere medici non sono stati ricordati come buoni sindaci”. Invece Samorani ne ha citati tre, peraltro tutti di centrosinistra: Rusticali, “grande primario cardiologo di Forlì, considerato uno dei più grandi sindaci di quella città”, poi Ravaioli a Rimini e Zoffoli a Cesenatico. Commento: “Non esistono categorie a rischio, quello che conta sono i fatti, le persone“.
Terzo argomento (per Samorani “molto fastidioso”). “Le critiche riferite a una mia strumentalizzazione a fini elettorali della battaglia che sta facendo il Punto Rosa. Io sono amato da molte persone, cosa ci devo fare?
Mi è testimone il direttore sanitario su quanto sto per dire (e anche la presidente del Punto Rosa), col quale da subito, parliamo di maggio, ho cercato un compromesso tra le parti, proponendo l’annessione di due locali adiacenti al nostro (Luce sul Mare), in modo da allargare il reparto. Il Punto Rosa lo ha spiegato molte volte: è stato sempre inamovibile nella sua posizione perché non è un problema di stanze, loro dicono “lì no” (cioè l’Osco nello stesso corridoio della chirurgia senologica, ndr). Io sono stato in una capanna in Africa e in Kurdistan a operare, mi adatto a tutto. L’inizio della disputa tra Punto Rosa e Ausl risale a maggio, quando ancora ero ben lontano dalla mia candidatura. Chi ha portato la polemica sui media e sui social è stata l’amministrazione comunale di Santarcangelo, facendo un autogol clamoroso perché avrebbe dovuto solo tacere”.

Samorani è questo. Si preannuncia una campagna elettorale non banale, forse anche con un approccio nuovo. “Lasciate le vostre mail, voglio venire in tutte le frazioni, in tutti i luoghi, dappertutto…”. Sono state le ultime parole del medico questa mattina, prima del brindisi in pieno centro. All’aperto. In mezzo alla gente.

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