A giugno al via la demolizione dei fabbricati all’interno dell’ex caserma Giulio Cesare: che fine farà la storica statua?

A giugno al via la demolizione dei fabbricati all’interno dell’ex caserma Giulio Cesare: che fine farà la storica statua?

Il bronzo, tutelato dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, dopo la cerimonia di consegna alla città da parte degli Artiglieri dell’Esercito Italiano, nel maggio di due anni fa, è rimasto in esilio nel sito di via Flaminia numero 66. Ma ora bisogna provvedere a metterlo in sicurezza perché tra un mese entreranno in azione le ruspe. E sul suo ritorno in piazza, come in tanti hanno reclamato, le speranze sono poche.

Eppur si muove! Procede l’iter per arrivare alla nascita nuova “Cittadella della Sicurezza” all’interno dell’ex caserma Giulio Cesare. La macchina organizzativa si è messa in moto alla fine del 2019 con il tavolo istituzionale che si è insediato presso la prefettura di Rimini e che ha anzitutto messo a fuoco le esigenze delle diverse amministrazioni che manifestano l’urgenza di dotarsi di sedi rispondenti al meglio alle esigenze logistiche e che stanno sostenendo da anni spese ingenti per far fronte ai canoni di locazione passiva.

60 milioni per trasformare la caserma Giulio Cesare nella cittadella della sicurezza

Il ministero della Difesa nel giugno 2021 ha formalizzato la dismissione della “Giulio Cesare”, ponendo fine all’esperienza cominciata con il 26° reggimento ippotrainato e conclusa col 2° gruppo del 121° Reggimento Controaerei, una storia partita nel 1936. Da quel momento è entrata nella disponibilità dell’Agenzia del Demanio ed è stato progressivamente definito il Piano di razionalizzazione, che, nell’ottica dell’efficientamento delle sedi e del risparmio di spesa, prevede di accorpare molteplici uffici periferici in locazione passiva presenti nel comune di Rimini: la Polizia di Stato, con le sedi della Questura e della Polizia Stradale, la Guardia di Finanza, con gli uffici del Comando Provinciale e il Reparto Operativo Aeronavale e, successivamente, l’Ufficio Territoriale del Governo della Prefettura, che confluiranno nell’Ex Caserma.
Secondo la tabella di marcia, la seconda vita dell’ex caserma dovrebbe decollare nel corso del 2027, ed è stato calcolato che l’accorpamento delle diverse sedi procurerà allo Stato un risparmio complessivo di circa 1,7 milioni di euro all’anno, ma innescherà anche un processo di sviluppo e rigenerazione urbana per un’area altrimenti destinata a diventare un rudere nel cuore della città, con tutte le conseguenze connesse.
Come è facile comprendere, l’opera risulta complessa e viene seguita passo a passo da tutti i soggetti implicati. Nel maggio 2021 è stato istituito un tavolo tecnico operativo che, recependo e condividendo le esigenze di tutte le Amministrazioni progressivamente coinvolte, ha lo scopo di definire i contenuti del “documento di indirizzo” che è alla base del bando per la progettazione della Cittadella.
La prima tappa che consentirà di toccare con mano l’avanzamento dei lavori, si materializzerà molto presto. L’Agenzia del Demanio ha ottenuto le risorse economiche necessarie per realizzare quella che si configura anche come una rilevante operazione immobiliare (da costo di circa 60 milioni di euro), e ha già avviato le procedure per l’intervento di demolizione dei fabbricati esistenti. È infatti in corso l’affidamento delle demolizioni di tutti i fabbricati, che avranno inizio nel mese di giugno. Una necessità, quella di fare tabula rasa di quanto insiste ancora nel sito, perché gli edifici non sono più rispondenti alle normative vigenti soprattutto per quanto attiene alla disciplina della riduzione rischio sismico e della riqualificazione energetica e quindi non compatibili con le nuove esigenze e destinazioni d’uso previste. Ciò anche al fine di consentire, in una fase successiva, lo svolgimento delle indagini conoscitive, preliminari all’intervento di razionalizzazione. Entro l’anno è attesa la pubblicazione del concorso di progettazione che sarà il momento cruciale sul percorso della nuova Cittadella.
Ma se questa è la tempistica, cioè se manca solo un mese dalla demolizione di tutto l’edificato attualmente presente, che fine farà la statua di Giulio Cesare?

Rimini «città dei tre imperatori»: il sogno riuscirà a diventare realtà?

Da quanto si apprende, il Comune di Rimini è stato già sollecitato dall’Agenzia del Demanio a spostare quello che a tutti gli effetti risulta essere un bene mobile di interesse culturale, e dunque tutelato dalla normativa vigente. La statua va trattata secondo gli articoli del decreto legislativo 42/2004 che definiscono i beni culturali, ne vietano la distruzione ma anche il deterioramento, il danneggiamento e l’utilizzo secondo usi «non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione». Il decreto in questione si occupa anche degli eventuali spostamenti e alle autorizzazioni necessarie.
Diciamo che il Comune di Rimini è rimasto fermo alla conferenza stampa che si tenne nel maggio del 2021, quando avvenne la cerimonia ufficiale della consegna della statua di “Caius Iulius Caesar” alla città di Rimini da parte degli Artiglieri dell’Esercito Italiano, alla presenza per la giunta Gnassi dell’allora assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia.

Rinchiudono la statua di Cesare nel Museo

All’epoca l’amministrazione comunale enunciò la volontà di ingabbiare la statua all’interno del Lapidario Romano del Museo comunale, incontrando una sollevazione energica da parte di associazioni e singole personalità riminesi.

Appello per il rientro di Giulio Cesare (e per evitare la patacata del secolo)

Rimini si mobilita per il ritorno di Giulio Cesare in piazza Tre Martiri

Rimini 2.0 ha sempre seguito con molto interesse questa vicenda paradossale, registrando però che ad oggi nulla si è mosso. Ora una decisione diventa necessariamente urgente, e c’è da augurarsi che la statua possa tornare dov’era in origine, ovvero la piazza dove il 10 settembre 1933 fu inaugurata e dove da tempo è stata rimpiazzata (in posizione defilata) da una copia della copia col piedistallo tenuto insieme da nastro adesivo.
Non è difficile prevedere che in occasione della rimozione dal luogo in cui è ancora installato, il Giulio Cesare in bronzo possa venire restaurato. E poi? Resterà nella Cittadella per sempre, verrà confinato nel lapidario («Lapidario è una raccolta di antiche lapidi (di pietra!), spesso con iscrizioni. Cosa c’entra un bronzo tra i materiali lapidei? Un bel nulla», parola di Giovanni Luisè), oppure scrollandosi di dosso pruriti ideologici ormai preistorici, potrà essere restituita alla città (candidata a capitale della cultura) e «ricollocata nell’antico Foro che è il luogo più degno, sensatamente pertinente e storicamente idoneo ad ospitarla», come da tempo va predicando l’associazione Aries?

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