La versione dei misteriosi natanti responsabili dei danni alle condotte sottomarine cozza anche contro i documenti

La versione dei misteriosi natanti responsabili dei danni alle condotte sottomarine cozza anche contro i documenti

Nel bando di gara del 2017, Heratech specificava che «le condotte saranno interrate per tutta la lunghezza del tracciato, ad eccezione dei diffusori, per non interferire sia con le attività balneari di spiaggia dove l'acqua è poco profonda, sia con la navigazione e la pesca nel tratto lontano dalla riva». E allora perché, per giustificare i lavori di «manutenzione» partiti un anno e mezzo fa, si punta il dito contro pescatori e natanti vari? Davanti alle interrogazioni presentate ieri da Rufo Spina e Andrea Pari, l'assessora Montini ha annunciato «incarichi all'università di Bologna» per studiare il problema della liquefazione del fondale.

Nonostante due interrogazioni (Rufo Spina e Andrea Pari) sul tema delle condotte sottomarine antistanti piazzale Kennedy, anche nel consiglio comunale di ieri sera l’assessora Anna Montini non ha fornito risposte soddisfacenti né utili per fare piena luce su lavori cominciati un anno e mezzo fa, che si protrarranno fino a tutto giugno e che dopo l’estate verranno ripresi. Va detto chiaramente che l’argomento è troppo importante per continuare con questa “melina” inconcludente attorno alle cause, rischiando di mettere in cattiva luce l’opera simbolo del Psbo, che di problemi sembra averne parecchi e di una certa gravità. E non si può non soffermarsi su un paradosso: l’assessora Anna Montini è una esponente della cosiddetta società civile, espressione di una lista civica, e proprio da lei ci si attenderebbe una trasparenza assoluta e risposte degne di questo nome, che ad oggi non ha fornito, limitandosi a ripetere “a pappagallo” compitini che non sembrano nemmeno farina del suo sacco, nel merito dimostrando scarso piglio, debole autonomia e ancor più debole padronanza della materia. Va poi ricordato che se si è cominciato a leggere qualcosa sulla stampa attorno ai misteri delle «manutenzioni» alle condotte, questo è avvenuto non certo perché l’assessora Montini ha deciso di comunicare spontaneamente quel che stava accadendo, perché anzi ha sempre tenuto l’atteggiamento di chi tende ad “attutire il colpo” e a raccontare il meno possibile. Quando uscì il primo articolo, il nostro, conteneva anche la prima spiegazione ufficiale (che definire imbarazzante è poco, anche tenendo conto delle specifiche domande poste) fornita dall’assessora Montini su quegli impenetrabili lavori, eccola:

«In ordine alla Sua richiesta, rappresentata alla stazione appaltante dei lavori, inoltriamo risposta della stessa: In riferimento alla richiesta possiamo affermare che sono in corso, in questa fase di collaudo dell’opera, le obbligatorie analisi operative e i lavori necessari per risolvere in un rapido arco temporale gli eventuali problemi riscontrabili. Ad oggi in particolare il focus è su una delle 3 condotte, componenti l’intera opera, al fine di verificarne la piena operatività post posa della stessa. Per la committenza (Comune di Rimini) non v’è alcun incremento della spesa in quanto ciò fa parte della normale fase di collaudo tecnico delle opere realizzate» (qui).

La versione della liquefazione del fondale è quella più ostica e che necessita di pareri scientifici. Su questo versante si inserisce l’unica novità emersa dalle “risposte” fornite ieri in consiglio comunale dall’assessora Montini, che ha annunciato due incarichi (senza specificare però da chi siano stati affidati) «a professori del Dipartimento di ingegneria civile, chimica e ambientale dei materiali dell’università di Bologna, in particolare il prof. Lamberti», aggiungendo che «questo fenomeno della liquefazione delle sabbie è presente in pochissima misura nella letteratura scientifica e quindi l’università di Bologna sta esaminando quali potrebbero essere le motivazioni che stanno determinando questo fenomeno nel tratto di mare antistante piazzale Kennedy». Parlare di liquefazione del fondale in questo modo, senza fornire altri dettagli, aggiunge misteri a misteri, ma ci torneremo. Invece la storia delle rotture alle condotte, che sarebbero state causate da imbarcazioni da pesca e/o da natanti, fa acqua da molte parti.
Anzitutto, per fugare ogni dubbio, l’assessora Montini avrebbe dovuto partire da un dato oggettivo: a quale profondità si trovano le condotte? Perché appare chiaro che se fossero state collocate, come è ragionevole immaginare, ad una determinata profondità, né la pesca e né i natanti potrebbero scalfirle. Perché non ha reso pubblica nemmeno questa informazione?
Lo facciamo noi, con un documento inoppugnabile: il bando di gara per la realizzazione “a corpo” delle condotte di scarico sottomarine a servizio delle vasche di laminazione Ausa. Perché documento inoppugnabile? Perché si tratta del bando di gara col quale Heratech Srl, nel 2017, forniva le caratteristiche del progetto in vista dell’appalto dei lavori. In quel bando di gara si legge che: «le condotte saranno interrate per tutta la lunghezza del tracciato, ad eccezione dei diffusori, per non interferire sia con le attività balneari di spiaggia dove l’acqua è poco profonda, sia con la navigazione e la pesca nel tratto lontano dalla riva». E dunque, cosa è successo, se proprio il progetto prevedeva di interrare le condotte per evitare il problema che oggi Comune ed Hera ribaltano su cause «prodotte da agenti esterni»,  natanti e imbarcazioni da pesca?

Intanto i pescatori, i maggiori “indiziati” stando ai comunicati stampa usciti dall’amministrazione comunale e da Hera, spiegano che loro non c’entrano nulla e che difficilmente potrebbero avere qualche responsabilità, come ha ben illustrato l’articolo di Roberto Venturini. E allora? Come venirne a capo? Non certo impedendo ai giornalisti di leggere i documenti chiesti con accesso agli atti, né con i “compitini” che l’assessora Montini ripete in aula quando costretta da interrogazioni.

Le interrogazioni e la versione Montini. Interrogazioni, dunque, ulteriori interrogazioni, dopo quella che Andrea Pari (Lega) presentò nell’aprile dello scorso anno, perché nel frattempo non è stata fatta alcuna chiarezza.
Il primo a prendere la parola è stato Carlo Rufo Spina, Fratelli d’Italia: «Sono passati solo due anni dalla inaugurazione del Psbo e della condotta sottomarina che sfocia ad un miglio al largo di piazzale Kennedy e anche quest’anno, per la seconda volta con la bella presenza della chiatta per le riparazioni in brutta vista, a pochi metri dalla spiaggia di Marina centro, il Comune è impegnato in misteriosi lavori di manutenzione alla condotta sottomarina del Psbo». Spina ha poi richiamato la nota stampa del Comune che ha fatto riferimento alla liquefazione del fondale e ad agenti esterni, commentando con queste parole: «Queste motivazioni sono nebulose e non soddisfacenti e vorrei la spiegazione dettagliata circa i danni riscontrati, se esistono davvero rotture nella condotta e soprattutto la causa delle rotture, dato che faccio molta fatica a credere che una condotta sottomarina costruita per durare sott’acqua vari decenni, sin dal giorno dopo l’inaugurazione e per il secondo anno di seguito abbia bisogno di manutenzione straordinaria conseguente a rotture; faccio altresì fatica a credere che la pesca e le ancore dei natanti possano causare danni di tale rilevanza, senza contare che mi piacerebbe comprendere di quali natanti si tratterebbe, dato che a un miglio dalla costa passano probabilmente sopra alle condotte soltanto mosconi, pedalò, surf, imbarcazioni a vela e da diporto, né mi risulta che il miglio antistante piazzale Kennedy sia zona di pesca; insomma, pare piuttosto che l’opera in questione, probabilmente per la solita fretta inaugurale – che era un male piuttosto grave del sindaco Gnassi – sia stata eseguita male e con gravi vizi». Da qui le domande, che però non hanno avuto risposte esaustive: l’impianto è «attualmente in piena efficienza? È in grado di “sparare” i liquami a oltre un miglio dalla costa oppure le rotture determinano la loro fuoriuscita a riva con inevitabile compromissione delle acque di balneazione? Soprattutto, quanto costano gli interventi già eseguiti e che dovranno essere eseguiti? A carico di chi sono gli esborsi? Credo che una capitale turistica come Rimini meriti infrastrutture migliori, meriti un panorama migliore nei mesi di estivi, e meriti più trasparenza sulle cause dei problemi esistenti perché addebitarli alla pesca o alle ancore dei diportisti mi pare una presa in giro, in una parola meriti una gestione migliore».

È poi stato il turno di Andrea Pari che, dopo aver ricordato la sua precedente interrogazione («non mi erano stati chiariti i motivi che avrebbero portato alla necessità di tale manutenzione straordinaria, pur garantendo riguardo alla corretta installazione delle tubature»), ha proseguito: «il 9 marzo 2023 si apprende attraverso un comunicato di Hera come nel tratto di mare interessato dalle tubature marine PSBO siano in corso lavori di manutenzione e rifacimento della condotta sud per anomalie riscontrate dalla stessa HERA a fine dicembre 2022; da notizie di stampa si evidenzia come, a seguito di accesso agli atti, sia stato risposto dagli uffici che i lavori di ripristino della condotta Sud, si sono resi necessari per una parziale emersione della stessa dal fondale e per danneggiamento. Inoltre si può leggere come, anche le altre condotte, centro e nord, risultino con profili di posa parzialmente difformi da quelli di progetto».
Fatta questa premessa, Pari ha chiesto «quali siano le spese previste per questa manutenzione straordinaria e le spese sostenute per la precedente manutenzione; se questa amministrazione ritenga possa sussistere una qualche responsabilità o errata valutazione di tipo progettuale, anche e soprattutto in relazione alle particolarità del nostro fondale; quali spese fossero previste nel progetto iniziale per manutenzione ordinaria e straordinaria e se ci sono delle differenze rispetto a quanto effettivamente speso finora; se i lavori si limiteranno a riportare la situazione allo stato iniziale di progetto o saranno presi accorgimenti e migliorie rispetto alla situazione precedente e al progetto iniziale».

Tanti interrogativi e quesiti concreti, ma come ha reagito l’assessora Montini? «Sono due le cause che stanno comportando degli interventi sulle condotte: dai rilievi è emerso un comportamento anomalo del fondale marino che sottoposto alla pressione causata da moti ondosi particolari e inediti può innescare in alcuni tratti dei fenomeni di instabilità, cosiddetti liquefazione delle sabbie, che potrebbe provocare in alcuni casi criticità alle condotte sottomarine. Per questo infatti sono in corso dei lavori di consolidamento di alcuni settori, interventi che saranno ripresi per completarsi dopo l’estate. Al momento i lavori sono previsti fino a tutto giugno. Parallelamente a questo, altre attività di tipologie diverse stanno interessando la condotta sud che è risultata in alcune parti danneggiata anche a causa di rotture causate da agenti esterni compatibili con lo svolgimento o di attività della pesca o di navigazione, ad esempio ancoraggio di natanti non autorizzati, entrambe le attività non autorizzate, perché quel luogo è interdetto alla navigazione e, ove accertate, generano delle responsabilità per i danni provocati». Quindi ha ulteriormente spiegato che «le condotte sono in vetroresina, materiale adatto in ambiente marino» e che «le cause dell’intervento sono due: da un lato la liquefazione delle sabbie, su cui sono stati dati due incarichi a professori del Dipartimento di ingegneria civile, chimica e ambientale dei materiali dell’università di Bologna, nello specifico al prof. Lamberti; dall’altro lato, la seconda causa è il danneggiamento alle tubazioni prodotte da agenti esterni, ma l’esigenza degli interventi sino ad oggi ha comunque permesso di garantire il funzionamento degli impianti senza creare disservizi. Le attività di consolidamento in corso sono orientate al superamento degli interventi di manutenzione». In cosa consistono? «Quelli in corso attualmente sono di stabilizzazione con materiali lapidei, ghiaia e pietrame, soprattutto in corrispondenza della progressiva tra 600 e 700 metri dal punto di attacco in piazzale Kennedy». Invece cosa avrebbe provocato le rotture sulla condotta sud? «Non vi è certezza su quali siano le precise modalità con le quali i natanti abbiano potuto arrecare danni alle condotte, dato che nessuno è stato colto sul fatto. Tuttavia sono stati trovati a fianco della tubazione danneggiata materiali compatibili con normali attività di navigazione o anche di pesca, cavi e reti, che potrebbero però anche muoversi con le correnti marine e provenire da altri punti».
Montini ha poi tenuto a precisare che «durante l’intervento, il sistema di vasche e condotte è rimasto e rimarrà sempre operativo, tanto che durante i recenti eventi del 16 e 17 maggio che hanno creato moltissimi problemi nel resto della Romagna, le condotte hanno funzionato e hanno aiutato a evitare allagamenti sia a Marina centro e sia nel centro storico, che in altre situazioni si erano allagate».
Chi sostiene l’onere delle manutenzioni? «I costi dell’intervento sono attualmente sostenuti dal gestore del servizio idrico che ha al contempo attivato tutte le assicurazioni a fronte dei sinistri riscontrati; quindi, quando il consigliere Pari chiede se possa sussistere qualche responsabilità di errate valutazione e progettazione, al momento non possiamo ritenere responsabilità di errata progettazione e valutazione, tanto che è stata aperta una pratica di sinistro. In attesa della conclusione dell’iter di gestione del sinistro non è possibile attribuire puntualmente i costi di intervento, sicuramente non andranno sul bilancio comunale».
Per quanto riguarda, invece, quali spese fossero previste nel progetto iniziale per manutenzioni ordinarie e straordinarie (Pari), «diciamo che erano previste delle verifiche interne alle condotte che sono state eseguite anche in questo periodo in cui le condotte sono pienamente in esercizio a partire dal 2020». I lavori si limiteranno a riportare la situazione allo stato iniziale? «La risposta è no, perché sono in corso delle migliorie soprattutto in termini di stabilizzazione con materiali lapidei».

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