Condotte sottomarine Ausa: lavori infiniti

Condotte sottomarine Ausa: lavori infiniti

Dopo la pausa estiva, gli interventi dei pontoni davanti a piazzale Kennedy sono ripartiti a ottobre e avrebbero dovuto terminare a novembre, mentre proseguono per un altro mese. E cosa stia realmente accadendo in quel tratto di mare l'opinione pubblica non lo sa.

E così sono circa due anni che proseguono i lavori, in buona parte avvolti nel mistero, alle condotte sottomarine Ausa, a servizio dell’impianto di piazzale Kennedy. Alla recente ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, una nuova ordinanza della Capitaneria di porto, datata 29 settembre, ha autorizzato «ispezioni subacquee alle condotte sottomarine a servizio delle vasche di laminazione Ausa nel comune di Rimini», recependo la richiesta in tal senso pervenuta da Heratech e alla luce dell’autorizzazione rilasciata dall’amministrazione comunale. Si sarebbero dovute concludere il 30 novembre. Ma ecco una nuova ordinanza, in data 26 ottobre, che proroga l’intervento fino al 30 dicembre 2023 con questa motivazione: «per la manutenzione straordinaria delle condotte di scarico sottomarine a servizio delle vasche di laminazione Ausa nel Comune di Rimini».
Considerato che la prima attivazione dei pontoni risale agli inizi del 2022, si sono praticamente raggiunti i due anni di intense «manutenzioni», le cui cause non sono mai state realmente e completamente spiegate. Le attività in mare hanno anche interessato la sostituzione di alcune delle grandi tubazioni installate, danneggiate non si sa bene se da imbarcazioni da pesca, come ha sostenuto l’assessora Montini in consiglio comunale, o da altri fattori. Il presidente della della Cooperativa Lavoratori del Mare, Giancarlo Cevoli, smentì l’eventuale coinvolgimento dei pescatori. Escludendo i pescherecci che operano ad una distanza minima dalla costa di sei miglia, anche i sospetti sulle vongolare non appaiono troppo fondati. Se è vero infatti che possono pescare ad una distanza minima di seicento metri, che in alcuni periodi dell’anno si riducono a trecento (e quindi potenzialmente nell’area delle condotte sottomarine), occorre considerare che la zona è vietata alla pesca e ben segnalata, e comunque una turbosoffiante “affonda” in pochi centimetri e colpire, rompendole, le condotte significherebbe che queste ultime non sono state “interrate”, come invece prevedeva il progetto.
Deve quindi sussistere qualche altro problema (insabbiamento delle condotte?) perché una volta sostituiti i tubi sinistrati tutto avrebbe dovuto funzionare al meglio. È facile immaginare che una così lunga manutenzione abbia anche dei costi molto rilevanti, di cui fino ad oggi non è stato spiegato nulla.
Si è anche parlato di un problema legato alla liquefazione del fondale e l’assessora Montini aveva annunciato due incarichi «a professori del Dipartimento di ingegneria civile, chimica e ambientale dei materiali dell’università di Bologna». Anche su questo, però, nulla è più stato comunicato alla città.
Nessuno sembra avere interesse a fare piena luce. Per ora un po’ tutti si sono accontentati delle risposte fornite dal Comune, ma l’anomalo prolungarsi dei lavori dovrebbe convincere coloro che hanno responsabilità amministrative ad approfondire l’argomento.

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